Benvenuti a [RECuperiamo], l’unica rubrica di cinema e serie tv che NON vi terrà aggiornati sulle novità del momento. Prendete questo spazio settimanale come il cestone delle offerte degli ipermercati: non ci sono le ultime novità e si affonda nel ciarpame fino alla spalla. Però costa tutto poco, e qualche perla rara la si trova sempre.
LA TRAMA
Mickey e Mallory Knox sono una coppia sposata in viaggio lungo la Route 66(6). Solo che hanno una particolarità: sono due assassini. I Knox si lasciano dietro una scia di cadaveri, mentre il mondo guarda inorridito le loro gesta su American Maniacs, programma del giornalista Wayne Gale (interpretato da Robert Downey Jr.). Mentre sono braccati dal non proprio equilibrato detective Scagnetti, diventano vere e proprie celebrità, in una sorta distorsione da parte dell’apparato mediatico che culmina con la loro intervista in carcere da parte di Wayne Gale: una resa dei conti tra i mostri e i loro creatori. Dove nessuno è innocente, dove un attimo di realizzazione vale più di mille preghiere: dove Frankenstein uccide il dottor Frankenstein.
I TEMI
“Il giorno in cui voi due avete ammazzato, voi siete diventati nostri! Del pubblico! Dei media!”
Il film sostiene una tesi molto semplice: i media e i giornalisti rincorrono la violenza, la spettacolarizzano, ce la servono su un piatto d’argento aspettando la nostra richiesta di bis, in un meccanismo perverso che crea e contemporaneamente si nutre degli assassini, come un serpente che si mangia la coda (tenendo conto di questo, desta qualche perplessità il fatto che l’ultima parte del film sia davvero densa di violenza, proprio quella violenza mediatica che il film vuole denunciare).
Ciò che rende grande questo film è proprio il modo in cui Oliver Stone ha deciso di mostrare questa tematica: la regia è schizofrenica, movimentata, con un montaggio velocissimo ed un ampio uso del bianco e nero (che mostra la vera interiorità dei personaggi mentre stanno parlando), alternato a filtri di verde e rosso accesi.
Le volte in cui vedrete un’inquadratura che non sembri “storta” si contano davvero sulle dita di una mano: proprio come nel caos mediatico moderno, nulla è definito, tutto è frenetico, allucinato, sconnesso. Come da lui dichiarato, Stone ha lavorato come “un bambino che schizza colori su una tela”.
Due scene davvero forti del film mostrano come la magistrale regia di Stone riesca a metterci davanti senza alcun tipo di introduzione al contrasto tra contenuto e forma di ciò che si racconta.
La prima scena mostra la vita famigliare di Mallory Knox, vittima di un padre padrone che ne abusa sessualmente e tratta il resto della famiglia a pesci in faccia: solo che tutto questo è mostrato come fosse una sit-com, con tanto di risate registrate e fotografia luminosa. L’effetto è davvero disagiante per lo spettatore.
La seconda scena è un episodio di American Maniacs, dove una drammatica ricostruzione dell’omicidio di un poliziotto da parte di Mickey e Mallory diventa una scena comica, ridicolizzata dalla sua eccessiva drammaticità.
IN CONCLUSIONE
E’ un film di cui non è facile scrivere, proprio perché l’immagine è la vera essenza dell’opera (anche se sembra una frase banale). Il montaggio rapido e il susseguirsi di immagini velocissime (quasi un tentare di mostrare anche il lato “subliminale” dei mass media) sono davvero densi, quasi impossibili da descrivere.
Proprio a causa di questo però, il film risulta leggermente pesante da seguire dopo la prima ora e mezza: l’effetto scene-velocissime-coloratissime-allucinatissime è stancante sulla lunga distanza, ma nel complesso le due ore di durata reggono bene, pur con alcune sequenze deboli all’interno (su tutte quella dell’indiano).
Un film comunque assolutamente da guardare, davvero unico nel suo genere.
Voto: 8/10
CURIOSITA’:
• Il soggetto fu scritto da Quentin Tarantino, che a causa delle modifiche apportate da Stone prese pubblicamente le distanze dal film. Per questo motivo i due si sono scazzottati in un bar;
• Degna di nota l’interpretazione di Tommy Lee Jones del direttore del carcere McClusky: l’attore ha anche scelto personalmente abbigliamento e taglio di capelli;
• Quando Mallory si ribella al tentativo di violenza del detective Scagnetti, l’attore Tom Sizemore si ruppe davvero il naso: la scena fu tenuta perché Stone gridò “Finchè non muori, continua!”.
Ha scritto per voi e per Informazione Gialla, Simone Dardano
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