C'è tanto Max e tanto innocente sogno: Juve, sei ancora tu la Regina!
Per la quarta volta consecutiva, la Juventus è campione d'Italia! Un dominio solitario ed incontrastato quello della Vecchia Signora, che vince la massima competizione nazionale con 4 giornate ancora a disposizione. Per la gara di Marassi, nonostante l'impegno importantissimo di martedì, contro il Real Madrid, Allegri non rivoluziona la squadra: solito 4-3-1-2 con Chiellini, Pirlo, Evra e Morata a riposo, giocano Marchisio, Vidal, ma soprattutto Tevez. La squadra di Mihajlovic risponde con lo stesso sistema di gioco dei bianconeri: Soriano agisce a supporto di Muriel ed Eto'o. Le due squadre giocano una bella partita soprattutto nel primo tempo: entrambe instaurano sin da subito un pressing altissimo, non consentendo l'una all'altra il minimo errore di palleggio. Da questa fase di stallo entropico ne esce per prima la Juventus: cross mancino di Lichtsteiner e stacco in terzo tempo di Arturo Vidal, un vantaggio che i bianconeri conserveranno fino al 90', diventando l'unica squadra a battere la Sampdoria in casa quest'anno. Festa contenuta negli spogliatoi, si pensa già a Ronaldo e compagni, ma nel cuore i giocatori sono consapevoli: questa Juventus sta scrivendo la storia!
Al San Paolo il Milan è la mano di Diego, ma il Napoli profuma d'Europa
Non basta il solito strepitoso Diego Lopez, non basta la mano di Diego, perché il Napoli vola sulle ali della propria trequarti. La partita va in archivio dopo appena 40": imbucata superba di Insigne per Hamsik, De Sciglio tenta una scivolata sciagurata, causando il rigore e sarà proprio il portiere ex Real Madrid a superarsi sul Pipita. Settanta minuti di torpore azzurro e strenua difesa rossonera condizionano una partita troppo pesante per la squadra di Benitez, condannata a vincere dai risultati del pomeriggio. Quando però il Napoli innesca il quartetto offensivo finisce la gara: è un autentico show quello degli azzurri che giocano a due tocchi, con tacchi e veli, portando Higuain, Hamsik e un sontuoso Gabbiadini al goal. Altra parentesi nera per un Inzaghi, che raggiunge la terza sconfitta consecutiva, vittima di un progetto naufragato troppo presto tra lo stupore stantio di casa Berlusconi.
Lazio e Inter nel segno della "X". Di Natale è Udine anche a Verona.
Il gemellaggio, almeno domenica prossima, sarà messo in cantina: l'Inter, dopo il mezzo passo falso contro il Chievo, cercherà i 3 punti a Roma, contro la Lazio, ma anche gli uomini di Pioli non possono fare da sparring-partner. A Bergamo, i biancocelesti sono rimasti fermi al palo: colpa dell'ex Biava, che costringe la Lazio a rincorrere per acciuffare un misero punticino sulla girata di Marco Parolo. Per Mancini è ancora un passo falso: lo 0-0 a San Siro, contro il solito quadratissimo Chievo di Maran, ha il sapore di una sconfitta, con Guarin e Brozovic che perdono una quantità indefinibile di palloni, mentre Hernanes appare completamente avulso nella manovra. Dal canto suo, il Chievo brilla per organizzazione e sagacia tattica: c'è tanto Maran in questa sesta promozione consecutiva dei clivensi. A Verona vince l'Udinese, vince Stramaccioni e vince soprattutto Totò Di Natale: il numero 10 dei friulani è stato ed è l'Udinese, anche al Bentegodi, dove l'Udinese non aveva mai vinto in Serie A, siglando il goal decisivo con uno splendido colpo di tacco. La Fiorentina schianta 3-1 un Cesena ormai rassegnato: torna a brillare il talento di Ilicic, ma il goal del cesenate Rodriguez è la "perla" della bandiera.
Stefano Uccheddu
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