Dal 2000 in poi, vediamo gli anni in cui ci siamo emozionati e divertiti di più
Il Giro 2015 sta per chiudere i battenti. Non un edizione bellissima, nonostante qualche bella vittoria italiana (Tiralongo, Modolo) e qualche numero in salita (eccitante la tappa del Mortirolo). E’ stata una corsa dominata troppo facilmente dal solito Contador. Allora diamo uno sguardo al passato: valutiamo, negli ultimi quindici anni, quali sono state le annate più emozionanti del Giro. Come sempre, la motivazione di ogni piazzamento verrà spiegata dal sottoscritto. Partiamo dunque, dal decimo posto al primo.
10° posto: Giro d’Italia 2006
Non una corsa emozionante per quanto riguarda la lotta per la vittoria finale, ma reso bello dalla superba supremazia di un corridore solo: Ivan Basso. Il varesino attacca e distanzia gli avversari su ogni salita, divorando la corsa. Era diventato usuale guardare le tappe di montagna e provare a scommettere sul punto in cui Basso sarebbe scattato. Nove minuti sul secondo, Gutierrez, in un Giro in cui i vari Simoni, Savoldelli e Cunego non hanno potuto nulla contro la forza del varesino. Da notare anche la presenza di Jan Ullrich, celebre avversario di Armstrong al Tour, che non fa classifica, ma vince la cronometro. Per il resto, è un “one man show”. Un “Basso show”. Se dovessi dargli un appellativo, sarebbe: un Giro di potenza.
9° posto: Giro d’Italia 2013
Trionfo siciliano. Nibali vince il Giro d’Italia, finalmente, dopo due anni di podio. E lo fa da dominatore, battendo i suoi avversari sia a cronometro che in salita. Lo insidiano prima Evans e poi Uran, ma Nibali se ne sbarazza facilmente. Un’edizione resa particolare soprattutto dalle emozioni del siciliano, che vive la sua vittoria come un sogno che si stava avverando. Spettacolare la sua tappa alle Tre Cime di Lavaredo, il suo scatto in salita in mezzo alla neve rimarrà una delle immagini principe del Giro. La vittoria di un Campione con la C maiuscola.
8° posto: Giro d’Italia 2002
Una corsa veramente interessante, soprattutto a causa della grande incertezza che l’ha contrassegnata. Molti i big presenti, molti anche gli scandali a causa dei vari abbandoni per doping o per droga (Garzelli e Simoni fra questi). Savoldelli riuscì a spuntarla senza vincere nemmeno una tappa, battendo Hamilton e Caucchioli. La corsa, che Evans stava dominando, viene rivoluzionata dalla tappa di Folgaria in cui il corridore australiano crolla. Savoldelli, nella stessa tappa, staccò di due minuti Hamilton e vinse lì la corsa. Corsa comunque combattuta ancora fino alla cronometro, in cui il corridore bergamasco dimostra tutte le sue qualità, chiudendo definitivamente il Giro.
7° posto: Giro d’Italia 2007
La vittoria di Di Luca, primo abruzzese a trionfare in un Giro. La battaglia fra il corridore affermato, che non ha mai vinto grandi corse, e il giovane che vuole emergere. Danilo Di Luca vs Andy Schleck, in un avvincente thriller, indeciso fino all’ultimo. La spunta l’abruzzese, che però dovrà sudare per superare la grande voglia e il cuore del corridore lussemburghese. Bellissima la tappa dello Zoncolan, dove Schleck va vicino a prendersi la rosa con un attacco coadiuvato con Simoni e Piepoli. Negli ultimi chilometri dell’ascesa infernale, le gambe del lussemburghese non ce la fanno più e Di Luca riesce a limitare i danni vincendo, di fatto, uno storico Giro d’Italia.
6° posto: Giro d’Italia 2000
Un bellissima corsa rosa, quella del 2000, con tanti grandi corridori al via. Simoni, Pantani, Gotti (vincitore nel ’99), Savoldelli… Fra tutti questi ne spuntò un altro, un gregario di Pantani. Il giovane Stefano Garzelli, ottenuti i gradi di capitano dopo una crisi clamorosa di Pantani sull’Abetone, va incredibilmente a vincere la corsa. Battuti Simoni e Casagrande, in un Giro emozionante fino all’ultimo, con la cronoscalata del Sestriere nella penultima tappa in cui si decideva tutto. Proprio lì Garzelli fa meglio dei due rivali e si va a prendere la maglia rosa.
5° posto: Giro d’Italia 2010
Questa edizione non verrà ricordata tanto per la battaglia in classifica generale, che eppure c’è stata. La tappa di Montalcino rimarrà nella storia del Giro d’Italia, con la vittoria di Evans in mezzo al fango. Una delle più epiche frazioni degli ultimi anni. Ma anche la corsa è stata interessante: Arroyo guadagna 12 minuti sugli avversari nella undicesima tappa di L’Aquila e ha tutta l’aria di voler clamorosamente vincere la corsa. Inoltre c’erano molti campioni a giocarsi la vittoria: Basso, Nibali, Sastre, Evans, Vinokourov, un giovane Porte. Infine solo Basso riuscirà a rimontare il vantaggio di Arroyo. Il varesino recupera, salita dopo salita, i minuti persi. Solo nella diciannovesima tappa vestirà, finalmente, la maglia rosa, svestendone Arroyo. E’ stato anche il Giro dell’esplosione di Nibali, arrivato terzo. Insomma, un’edizione dai tanti sapori particolari.
4° posto: Giro d’Italia 2009
Il giro del centenario. Di Luca, vincitore dell’edizione del 2007 e voglioso di ripetersi, contro Menchov, due volte vincente alla Vuelta, che vuole dimostrare di saper trionfare anche all’infuori dei confini spagnoli. Poi ci sono i vari Sastre, Basso, Leipheimer, Garzelli, ad arricchire una corsa di per sé bella. Fu anche il Giro della prima partecipazione di Armstrong, una parziale delusione visto che alla fine si classificò dodicesimo. In salita, fra Menchov e Di Luca, fu una vera e propria guerra, spettacolare per chiunque la guardasse. L’abruzzese attaccava ogni maledetta salita. Il russo qualche volta sembrava non farcela a rispondere, ma infine ritrovava sempre la ruota del rivale. La corsa fu emozionante fino all’ultimo, con solo una ventina di secondi a distanziare i due pretendenti. Nella cronometro dell’ultima tappa, a Roma, Menchov cade. Sembrava l’incredibile epilogo di una incredibile corsa. Tuttavia il russo, con una forza d’animo clamorosa, riesce comunque a chiudere la crono, guadagnando addirittura venti secondi su Di Luca. La corsa venne rovinata da tutti gli scandali doping successivi, con Di Luca e Pellizzotti (i due corridori sul podio) squalificati.
3° posto: Giro d’Italia 2008
Il Giro di Contador, ma non solo. Lo spagnolo si presenta alla corsa completamente impreparato. Nei suoi piani ci sarebbe stato il Tour, ma la licenza a partecipare alla Grande Boucle gli viene revocata a causa dello scandalo doping dell’Operacion Puerto. Perciò, il buon Alberto si presenta alla corsa italiana. Ha comunque i favori del pronostico, visto la maglia gialla portata a casa l’anno prima. Eppure dovrà sudare: Riccardo Riccò si dimostrerà un osso duro e le tappe di montagna di questa edizione verranno rese appassionanti dalle loro sfide. Come non dimenticare la frazione del Monte Pora, dove Riccò con una foga esorbitante attacca il fuoriclasse spagnolo, rischiando seriamente di togliergli la Rosa. Solo 4 secondi lo priveranno di questa gioia e Contador sistemerà i conti nella cronometro successiva. Una battaglia e la Spagna la vinse.
2° posto: Giro d’Italia 2005
Una battaglia fra razionalità e irrazionalità, fra testa e cuore. Questo è stato il Giro 2005, questo è stato lo scontro fra Savoldelli e Simoni. Come è solito accadere, la testa vinse sul cuore e Simoni uscì sconfitto. Ma che bella battaglia! Che poteva essere ancora migliore, vista la crisi che coglie Basso sullo Stelvio (perde 40 minuti) e che non gli permette di competere per la rosa. Gilberto, voglioso di vendicarsi della sconfitta dell’anno prima contro Cunego, si dimostra più forte in salita, ma perde troppo a cronometro. Il tutto si decide sul Colle delle Finestre: Simoni attacca, Savoldelli non risponde decidendo di andare su con il suo passo e di gestire il vantaggio. Mai scelta fu più saggia. Il Colle delle Finestre è lungo e Simoni, trovatosi da solo con Rujano, non ricevette nessun aiuto dal corridore colombiano che voleva solo portarsi a casa la tappa. Anzi lo stesso Rujano, a pochi chilometri dal traguardo e dopo aver fatto lavorare tutto il tempo il corridore trentino, lo stacca a pochi chilometri dal traguardo. Simoni non ne ha più e conclude la gara secondo, rimanendo secondo anche in classifica generale a 28’’ da Savoldelli. L’ennesima beffa per il trentino, in una corsa comunque eccezionale.
1° posto: Giro d’Italia 2004
Un Giro che ha una storia. Una storia di tradimento, una storia di voglia di emergere, una storia di voglia di punire. Sì perché si tratta della celebre sfida fra Cunego e Simoni. Il primo, 23 anni, gregario della Saeco. Il secondo, 33 anni, capitano indiscusso della squadra e vincitore dell’edizione del 2001 e del 2003. Ebbene, il giovane gregario si accorge di essere più forte del capitano e decide di batterlo. Nella tappa di Bormio si compie il misfatto, quando Simoni va in crisi, un Cunego in maglia rosa non lo aspetta, ma anzi scatta e va a vincere. Il buon Gilberto si sente tradito e prova a vendicarsi il giorno dopo sulla Presolana, ma il distacco era ormai troppo ampio. Per Simoni, a evidenziare la sua annata storta, non arriva nemmeno il secondo posto. Honcar, grazie a soli 3 secondi, glielo ruba. Cunego, il traditore ma anche il più forte, vince la corsa rosa. L’allievo che supera il maestro, il traditore che vince sul tradito. Questo è il Giro 2004.
Ha scritto per voi e per Informazione Gialla, Alfredo Montalto
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