Una visione simpatica e intelligente del comunismo
Veramente interessante. Non sarà il film più bello che abbiate visto nella vostra vita, ma potrebbe cambiare qualcosa nel vostro pensiero. Potrete forse criticarlo o magari potrebbe essere il film stesso a criticare il vostro modo di vedere le cose. Sì perché Goodbye Lenin è tutto tranne che un film scontato. Non veniate ingannati dal titolo: prima di tutto è un film tedesco e secondo non c’entra nulla con il celebre leader sovietico. Si parla, infatti, della situazione in Germania prima e dopo la caduta del muro di Berlino. La vicenda è appunto ambientata nella capitale tedesca. Il protagonista, Alex, ha una madre profondamente comunista che ricopre anche ruoli politici di rilievo all’interno del partito. Nel vedere il figlio a una manifestazione antisovietica, la donna ha un infarto e cade in coma. Si risveglierà parecchi mesi dopo quando il muro è caduto. Il dottore vieta al figlio di darle notizie scioccanti, poiché un secondo infarto le sarebbe fatale. Così inizia la messinscena di Alex, che tenta in ogni modo di evitare che la madre venga a sapere della caduta del muro e conseguente apertura delle barriere fra est e ovest.
Imparziale Il tutto permette una trama intraprendente, la quale ha momenti di intensa drammaticità, ma che spesso è anche ironica e simpatica. Senza nessun tipo di pregiudizio, mistificazione e parzialità. Il tentativo è quello di far apparire le parti positive e le parti negative dei due pensieri: capitalismo e comunismo si combattono, ma non in uno scontro mortale, quanto in un ritratto corale che tende a evidenziarne limiti e sfaccettature. Il regista, Wolfgang Becker, è davvero bravo nel mantenere questa imparzialità. L’attore, Daniel Bruhl (Nicky Lauda in Rush), è perfetto nell’interpretare il suo non comune personaggio. Il tutto dà vita a un ritratto della società del tempo e conduce spontaneamente alla riflessione.
Comunismo Considerato uno dei grandi mali del ‘900, essere comunista al giorno d’oggi è quasi diventata una malattia. A cosa è dovuto questo? La risposta è semplice, il modo in cui è stato attuata la teoria ideata da Marx, lo ha reso qualcosa di negativo. Dittatura, nessuna libertà di pensiero e molti morti. Questo è stata l’Urss di Stalin. Ma davvero l’idea di un filosofo come Marx era quella? Molti si fanno ingannare dal termine “dittatura del proletariato”: essa non è l’oligarchia creatasi in Russia in cui uno comandava e gli altri sottostavano. Dittatura del proletariato significa che il popolo ha il potere di comandare.
Marx era per una società egualitaria, in cui tutti avessero gli stessi diritti e le stesse possibilità e tutto fosse in “comune”. In questo modo, la povertà non vi sarebbe stata, siccome tutto sarebbe stato di tutti. Non vi sarebbero state differenze fra gli esseri umani, non vi sarebbe stato l’uomo con dieci ville e quello con solo uno scatolone. L’idea di Marx, molto semplificata, era quella! Il filosofo tedesco non ha mai parlato di gulag, di togliere la libertà di espressione, di perseguitare gli avversari politici. C’è una fondamentale differenza, quindi, fra marxismo e stalinismo. Detto ciò, il comunismo di per sé è qualcosa di utopico.
Non è possibile creare una società come quella che Marx avrebbe voluto. Ecco perché il suo ideale è degenerato nelle varie dittature che abbiamo potuto osservare nel corso della storia. Ma resta un punto: comunismo è un’idea filosofica, come lo può essere il platonismo o l’aristotelismo. Perciò non ha senso discriminarla e disprezzarla: ciò che va odiato è il modo in cui è stata attuata. Ma se sentite qualcuno dire: “sono comunista” non giudicatelo prima di capire cosa intende. Magari è solo uno che vuole sentirsi ribelle o magari gli piace credere che possa esistere un mondo più paritario.
“Il cristianesimo non se l'è presa forse anch'esso con la proprietà privata, con il matrimonio, con lo Stato? Non ha predicato, in loro sostituzione, la beneficenza, la mendicità, il celibato e la mortificazione della carne, la vita claustrale e la Chiesa? Il socialismo sacro è soltanto l'acquasanta con la quale il prete benedice la rabbia degli aristocratici.” Karl Marx (Carlo Marx)
Ha scritto per voi e per Informazione Gialla, Alfredo Montalto
Nessun commento:
Posta un commento