Il film sottovalutato più sopravvalutato di Carpenter
Benvenuti a tutti su questo nuovissimo blog che vi terrà informati su cosa e come accade nel mondo! Questo è il mio primo tentativo di sfondare nel mondo del giornalismo, un impegno a cui dedicherò tutta la mia passione e la più minuziosa cura nel riportare le notizie.
domenica 31 maggio 2015
venerdì 29 maggio 2015
CLASSIFICHIAMO – GIRO D’ITALIA: QUALI LE EDIZIONI PIU’ BELLE?
Dal 2000 in poi, vediamo gli anni in cui ci siamo emozionati e divertiti di più
giovedì 28 maggio 2015
A story of a spy-story - Sulla FIFA piomba l'FBI
Quando un'indagine cade nelle mani dell'FBI, vuol dire che qualcosa di grande si muove nell'ombra. La FIFA, massimo organo mondiale del calcio, organizzatore dei mondiali di calcio, finisce oggi sotto la lente inquisitoria del Federal Bureau, senza sapere probabilmente d'esser già stato osservato per tanto, tantissimo tempo.
Chuck Blazer: l'evasore diventato talpa
"Chi era costui?", davanti a questo nome siam tutti un po' don Abbondio, senza sapere che qua non c'è Carneade, ma solo un bravo, che ricorderemo con un dito nel breviario. Ex membro del Comitato Esecutivo FIFA, Chuck ha "dimenticato quanto importante sia, moralmente e non solo, pagare le tasse. Un reddito modesto ed un attico fantastico con vista unica sugli Champs Elysée non si combinano granché bene: su di lui piombano l'agenzia delle entrate ed una toga nera con il marchio del bureau. Blazer ha una sola occasione per patteggiare una dichiarazione dei redditi "distratta": diventare una spia e consegnare all'FBI gli uomini in nero che divoravano le tangenti ed il calcio con esse. Ieri, mercoledì 27 maggio, l'FBI ha provveduto ad arrestare i primi 7 di un sistema marcio sin nelle fondamenta, grazie anche e soprattutto all'evasore pentito Chuck Blazer. Si parla di oltre quaranta capi d'accusa per gli arrestati: frode, riciclaggio e svariati traffici illeciti atti a garantire i diritti tv e le partnership con gli sponsor relativi ai mondiali 2010; si teme però che l'FBI conosca e nasconda ancora qualcosa. Joseph Blatter, presidente della FIFA, esce pulito dalla prima "pulizia" e informa l'FBI di esser pronto a collaborare per scovare il marcio. Nessuno crede, nemmeno lo stesso Blatter, che il nome del presidente svizzero non sia mai uscito fuori. Le assegnazioni dei mondiali a tre Paesi presenti nel "BRICS" (in ordine Sudafrica, Brasile e Russia) sono state quanto mai sospette: i Paesi in questione hanno avuto non poche difficoltà nel completare le opere architettoniche e le attività organizzative. L'FBI parla di indagini che prendono in considerazione oltre 20 anni di calcio marchiato FIFA, sottolineando come alcuni sponsor abbiano già confessato le proprie colpe, mandando alla gogna le rispettive aree marketing.
Una spy story destinata a diventare la più grande indagine sportiva di sempre: la FIFA è avvisata, l'FBI non scherza.
domenica 24 maggio 2015
SENTINELLE IN PIEDI - Una silenziosa manifestazione discussa
Sabato 23 maggio, Torino - la veglia delle 'Sentinelle' e la contestazione
sabato 23 maggio 2015
CLASSIFICHIAMO – QUALI SONO I GIOCATORI ITALIANI PIÙ SOTTOVALUTATI?
Davvero il calcio italiano è così in crisi? Magari con occhio più lucido…
venerdì 22 maggio 2015
Testa al Passato - 22 Maggio
Gli avvenimenti in data
Il video del Buongiorno
The Police - Every Breath You Take
giovedì 21 maggio 2015
Testa al Passato - 21 Maggio
Gli avvenimenti in data
Il video del Buongiorno
Phil Collins - Another Day In Paradise
mercoledì 20 maggio 2015
Testa al Passato - 20 Maggio
Gli avvenimenti in data
Il video del Buongiorno
R.E.M. - Losing my religion
martedì 19 maggio 2015
Il video del Buongiorno
Adele - Skyfall
lunedì 18 maggio 2015
Testa al Passato - 19 Maggio
Gli avvenimenti in data
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Focus on... La Cometa di Halley
La storia della cometa più famosa
La cantante di oggi è... Amy Winehouse
La biografia dell'artista
Il video del Buongiorno
Amy Winehouse - You know I'm no good
domenica 17 maggio 2015
Testa al passato - 17 Maggio
Gli avvenimenti in data
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sabato 16 maggio 2015
Steven Gerrard, l'addio della leggenda
Goodbye, Anfield
L'attore di oggi è... John Malkovich
Quale la distanza tra genio o follia?
CLASSIFICHIAMO – MIGLIORI SCALATORI AL GIRO D’ITALIA
Dal 2000 in poi, chi sono i migliori quando la strada sale?
CinemaPonte - GOODBYE LENIN
Una visione simpatica e intelligente del comunismo
Testa al passato - 16 Maggio
Gli avvenimenti in data
venerdì 15 maggio 2015
IL RE È MORTO. VIVA IL RE.
Quella volta che BB King suonò al Fox Theatre
giovedì 14 maggio 2015
L'incredibile caso della mamma di 5 anni
Lina Vanessa Medina Vàsquez, la gravidanza di una bambina
Lo schiaffo fascista ad Arturo Toscanini
La violenza dopo il rifiuto di piegarsi
L'olocausto ellenico
Forse non tutti ricordano il 'Genocidio dei greci del Ponto'
Testa al passato - 14 Maggio
Gli avvenimenti in data
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mercoledì 13 maggio 2015
Le ultime dal mondo
Le notizie della mattinata
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Testa al passato - 13 Maggio
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martedì 12 maggio 2015
Eurostat: 185 mila rifugiati accolti dall'UE nel 2014
Il 50% in più del 2013
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ISIS, Attentato a generale curdo
Ucciso il generale curdo Salah Dilmani
Il Nepal trema, di nuovo
Nuova scossa di magnitudo 7.4, 19 i morti
Testa al passato - 12 Maggio
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lunedì 11 maggio 2015
Bombardata nave cargo turca
Imbarcazione turca sotto le bombe a pochi kilometri dalla Libia, 1 morto
HORROR CULT - La storia del cinema Horror
Una novità su Informazione Gialla
L'incubo dei tassisti - colpevole arrestato
Ha confessato il 30enne romano
Di cosa è morto Bob Marley?
La stella del peace and reggea a 34 anni dalla sua scomparsa
U2 - I know them, you too
Un viaggio lungo 40 anni, dai sobborghi di Dublino alla fama mondiale
Il video del buongiorno
Amy Winehouse - You know I'm no good
Testa al passato - 11 Maggio
Gli avvenimenti in data
domenica 10 maggio 2015
SERIE A - Napoli, caduta di stile e non solo. Brillano le milanesi, scivolano le romane.
Tre giornate alla fine del campionato di Serie A, epilogo vicino ed arriva un'altra ufficialità: il Cesena saluta la massima serie!
Orgoglio Madonnina, gladiatori brianzoli al Colosseo
Garcia ha passato in armi il Ticino, pur sapendo di non essere a Roma: a San Siro, i giallorossi sono la brutta copia della già brutta copia vista e rivista quest'anno. Pjanic è l'emblema di questa parabola discendente: da autentico trascinatore (riconosciuto perfino come uno dei migliori centrocampisti d'Europa) a svogliato spettatore non pagante con la spada mai sguainata. A brillare alla Scala del calcio invece è la squadra di Pippo Inzaghi. Un Milan più operaio che mai gioca con carattere e attributi, strappando un successo grazie agli affondi di Van Ginkel, sempre più in crescita, e dell'ex avvelenato Mattia Destro. Nemmeno il rigore (dubbio) segnato, seppur mal calciato, da Francesco Totti riesce a ridare il vigore sperato alla Roma: sarà meglio ritrovare Massimo X Meridio, perché qui, in dubbio, c'è anche la qualificazioni in Champions. Sussulto d'orgoglio per i rossoneri che, tra un tavolo con i cinesi ed uno con i thailandesi, pranzano finalmente seduti al tavolo di casa da padroni, senza aspettar fuori che qualcuno gli lasci il posto.
A seguito di un baldo Milan, non si può non parlare della balda Lazio di Stefano Pioli che, pur decimata dai cartellini di Massa, gioca con grande cuore e carattere contro i gemelli interisti. Una partita condizionata dagli errori difensivi laziali (prima Mauricio, poi Marchetti) viene vinta con fatica dagli uomini di Mancini, grazie ad un super Hernanes. Entrambi i rossi sembrano essere corretti, ma l'atteggiamento dei gladiatori biancocelesti non muta affatto: altissimi, pronti a ripartire sulle spalle di Candreva e Felipe Anderson. Non è bastato il cuore e nemmeno il passo falso del Napoli: la Lazio rimane a -1 dai cugini, ma con il coltello tra i denti in vista dell'attesissimo derby.
De Laurentiis non parlarci di morale! Texas Hold'em a Udine: Samp pokerstar.
Non si contano più le occasioni di "avvicinamento" perse dal Napoli quest'anno: lo scontro diretto con la Roma, la gara contro l'Empoli ed infine quella di oggi, pareggiata contro il cuore Parma. Un 2-2 che sa di sconfitta sia sul campo, sia a match finito dove un buffetto simpatico di Mirante a Higuain fa scattare il finimondo: l'attaccante argentino, secondo quanto riportato dai media, apostrofa Mirante ed il Parma, accusandoli di "aver giocato" nonostante siano già falliti e retrocessi. Queste parole vuote e, permettetemi il termine, sporche aprono una rissa che coinvolge anche le due panchine. La gravità delle parole dell'argentino, se davvero pronunciate, è incommensurabile per non essere prese in considerazione: la pretesa di aver la partita "in regalo", perché già retrocessi e falliti, è veleno per il calcio, ancor più velenosa se pronunciata da un calciatore come Gonzalo Higuain. Proprio perché privi di obiettivi, ma corretti nei confronti dello sport e della validità del campionato, i calciatori del Parma non meritano solo un applauso, bensì una standing ovation da chi il calcio lo sostiene e lo ama. Curioso che questo cataclisma arrivi dopo lo sfogo, ben poco elegante, del presidente De Laurentiis nel post partita contro il Dnipro. Il produttore cinematografico chiamava in causa Platini e la selezione della sestina arbitrale, professando amoralità ed insinuando malafede. Ora mi chiedo: "Presidente, non sarebbe meglio guardar prima in casa propria?".
Poker blucerchiato di Sinisa Mihajlovic, autentico dominatore del tavolo di gioco ad Udine. La squadra del presidente Ferrero si avvicina sempre più all'Europa: sesto posto, -1 dalla Fiorentina e tantissimo orgoglio per una stagione vissuta sulla cresta dell'onda. Brilla il talento di Soriano, che firma addirittura una doppietta, ma la Sampdoria sembra girare attorno ai piedi del giovane Duncan, autentico gioiello del vivaio interista. Nel frattempo Dybala saluta, dalla panchina, il Barbera: sarà bianconero il futuro del gioiello albiceleste.
venerdì 8 maggio 2015
Le 5 notizie della mattinata
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Testa al passato
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Il mattino ha l'oro in bocca
mercoledì 6 maggio 2015
Una pausa di un paio di giorni
Informazione Gialla e tutto lo staff sospenderanno l'attività da oggi fino a venerdì 8 maggio causa manutenzione del sito e programmazione del nuovo palinsesto
Woody Allen - Quando la vita ha il senso dello humor
Dall'espressione al cervello, la biografia secondo Repubblica
Testa al passato - 6 maggio
Gli avvenimenti in data
martedì 5 maggio 2015
Un artista del pallone: Alex Del Piero, un surfista al Bernabeu.
Momento storico: dove eravamo?
È il 5 novembre del 2008. È quella che si può considerare una notte come tante, anzi, una notte di Champions come tante altre. La Juventus di Ranieri, reduce da una vittoria con la Roma affronta il Real Madrid di Schuster, che dopo un favoloso anno sulla panchina del Getafe, si appresta ad assaggiare la panchina più prestigiosa di Spagna.
I bianconeri sono nettamente inferiori, sul piano qualitativo non c'è paragone: il Real del presidente Caldèron sembra poter passeggiare sulle macerie di una Juventus troppo fenice per esser pronta.
Aria d'Europa? No, aria di Bernabeu,
Consueto 4-4-2 del tecnico testaccino, in difesa come terzino destro fuori Grygera infortunato, dentro Mellberg, ma la sorpresa è a centrocampo: affianco alla "Piovra nera" Sissoko (in quel periodo uno dei migliori metodisti d'Europa) giocherà Tiago, "la lavatrice". Il centrocampista portoghese, chiamato così in Francia perché si diceva riuscisse a recuperare i palloni al fine di renderli giocabili, non era mai entrato nelle grazie né di Claudio Ranieri, né del popolo bianconero che, di palloni puliti, ne ha visti ben pochi.
La stampa sembrava esser concentrata sui cardini rumorosi della Juventus: si parlava delle possibili difficoltà di Mellberg, di Tiago, di Marchionni (incredibile ma anche lui calcò il Bernabeu), ma nessuno parlava di Del Piero. Per il capitano bianconero, quella del Santiago Bernabeu, rappresentava una delle ultime occasione per imporsi in Europa, su un campo prestigioso come quello del Real Madrid. Si dice che il grande surfista senta l'onda ancor prima che essa nasca, perché portatore di un dono naturale; proprio per questo si avventura in mare aperto sapendo che l'onda giusta è lì, dove l'occhio non l'ha ancora vista nascere. Alex sapeva che l'onda giusta era lì, in mare aperto, sapeva che sarebbe arrivata di lì a poco: lui, solo lui, nessun altro poteva prevedere cosa sarebbe successo quella notte.
La partita: cuore, gambe e Alex Del Piero.
La voce di Fabio Caressa inonda le casse del televisore: "Alex Del Piero, un uomo che ha segnato in tutti i più grandi stadi d'Europa, tranne che al Bernabeu. È la volta buona? Scopriamolo insieme."
L'arbitro fischia, la partita comincia. Bastano 17' e il "debito" è saldato. Del Piero, servito da Marchionni (sì proprio lui...), sgroppa a da centrocampo fino ai 20-25 metri e scocca un chirurgico sinistro a incrociare che lascia esterrefatto Casillas. Si va al riposo, Real Madrid-Juventus 0-1, sull'onda c'è Alex Del Piero.
Una Juve con il sangue negli occhi è condotta sui colli madrileni dal suo condottiero, sempre più imperatore, sempre meno guerriero.
Al 22' del secondo tempo, ecco il lampo del gladio mai riposto: punizione dal limite conquistata, dal braccio armato Sissoko, Alex calcia, Casillas guarda, senza professar parola, tutto è fermo: la palla è in fondo alla rete, 0-2, apoteosi bianconera.
Siamo al 47' del secondo tempo. La lavagna luminosa sberluccica un "10" di colore rosso, ciò significa che Alex Del Piero lascerà il campo di battaglia. Ottantamila persone sono pronte all'investitura regale, sono in adorazione, sono in piedi: in quel momento si diventa amanti del calcio, l'arte del "fare calcio", dimenticando bandiere e colori. Tutti in piedi davanti ad un artista che ringrazia con l'umiltà tanto umana che lo ha sempre contraddistinto.
Alessandro Del Piero ha reso fieri non solo i tifosi bianconeri, non solo il tifoso italiano, ma il tifoso di calcio e questo tipo di tifoso non ha né età, né confini geografici, perché di fronte ad un artista l'occhio lascia spazio al cuore.
Torino, 06/11/08
Stefano Uccheddu
Black Block, difficile relazione con l'Italia
L'intervento di Marco Travaglio
'Il 5 maggio' - Alessandro Manzoni
Ei fu. Siccome immobile,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
così percossa, attonita
la terra al nunzio sta,
muta pensando all'ultima
ora dell'uom fatale;
né sa quando una simile
orma di pie' mortale
la sua cruenta polvere
a calpestar verrà.
Lui folgorante in solio
vide il mio genio e tacque;
quando, con vece assidua,
cadde, risorse e giacque,
di mille voci al sònito
mista la sua non ha:
vergin di servo encomio
e di codardo oltraggio,
sorge or commosso al sùbito
sparir di tanto raggio;
e scioglie all'urna un cantico
che forse non morrà.
Dall'Alpi alle Piramidi,
dal Manzanarre al Reno,
di quel securo il fulmine
tenea dietro al baleno;
scoppiò da Scilla al Tanai,
dall'uno all'altro mar.
Fu vera gloria? Ai posteri
l'ardua sentenza: nui
chiniam la fronte al Massimo
Fattor, che volle in lui
del creator suo spirito
più vasta orma stampar.
La procellosa e trepida
gioia d'un gran disegno,
l'ansia d'un cor che indocile
serve, pensando al regno;
e il giunge, e tiene un premio
ch'era follia sperar;
tutto ei provò: la gloria
maggior dopo il periglio,
la fuga e la vittoria,
la reggia e il tristo esiglio;
due volte nella polvere,
due volte sull'altar.
Ei si nomò: due secoli,
l'un contro l'altro armato,
sommessi a lui si volsero,
come aspettando il fato;
ei fe' silenzio, ed arbitro
s'assise in mezzo a lor.
E sparve, e i dì nell'ozio
chiuse in sì breve sponda,
segno d'immensa invidia
e di pietà profonda,
d'inestinguibil odio
e d'indomato amor.
Come sul capo al naufrago
l'onda s'avvolve e pesa,
l'onda su cui del misero,
alta pur dianzi e tesa,
scorrea la vista a scernere
prode remote invan;
tal su quell'alma il cumulo
delle memorie scese.
Oh quante volte ai posteri
narrar se stesso imprese,
e sull'eterne pagine
cadde la stanca man!
Oh quante volte, al tacito
morir d'un giorno inerte,
chinati i rai fulminei,
le braccia al sen conserte,
stette, e dei dì che furono
l'assalse il sovvenir!
E ripensò le mobili
tende, e i percossi valli,
e il lampo de' manipoli,
e l'onda dei cavalli,
e il concitato imperio
e il celere ubbidir.
Ahi! forse a tanto strazio
cadde lo spirto anelo,
e disperò; ma valida
venne una man dal cielo,
e in più spirabil aere
pietosa il trasportò;
e l'avvïò, pei floridi
sentier della speranza,
ai campi eterni, al premio
che i desideri avanza,
dov'è silenzio e tenebre
la gloria che passò.
Bella Immortal! benefica
Fede ai trïonfi avvezza!
Scrivi ancor questo, allegrati;
ché più superba altezza
al disonor del Gòlgota
giammai non si chinò.
Tu dalle stanche ceneri
sperdi ogni ria parola:
il Dio che atterra e suscita,
che affanna e che consola,
sulla deserta coltrice
accanto a lui posò.
Cosa leggerete oggi
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Andy Warhol, la maestria della controversia
lunedì 4 maggio 2015
La citazione di Gabriel Garcia Marquez
"Se per un istante Dio si dimenticasse che sono una marionetta di stoffa e mi facesse dono di un pezzo di vita, probabilmente non direi tutto ciò che penso, ma penserei a tutto ciò che dico"
Il Grande Torino e la Tragedia di Superga
'Solo il fato li vinse'
Oltre i colori, oltre le bandiere, rendiamo omaggio al Grande Torino. Non esistono parole per il cordoglio, a questo proposito lascio parole e descrizione a CinecittàLuce. Correva l'anno 1949, bel 66 anni or sono.
Cosa leggerete oggi
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domenica 3 maggio 2015
SERIE A - Juventus campione d'Italia! Napoli show, ma Dio salvi Di Natale.
C'è tanto Max e tanto innocente sogno: Juve, sei ancora tu la Regina!
Per la quarta volta consecutiva, la Juventus è campione d'Italia! Un dominio solitario ed incontrastato quello della Vecchia Signora, che vince la massima competizione nazionale con 4 giornate ancora a disposizione. Per la gara di Marassi, nonostante l'impegno importantissimo di martedì, contro il Real Madrid, Allegri non rivoluziona la squadra: solito 4-3-1-2 con Chiellini, Pirlo, Evra e Morata a riposo, giocano Marchisio, Vidal, ma soprattutto Tevez. La squadra di Mihajlovic risponde con lo stesso sistema di gioco dei bianconeri: Soriano agisce a supporto di Muriel ed Eto'o. Le due squadre giocano una bella partita soprattutto nel primo tempo: entrambe instaurano sin da subito un pressing altissimo, non consentendo l'una all'altra il minimo errore di palleggio. Da questa fase di stallo entropico ne esce per prima la Juventus: cross mancino di Lichtsteiner e stacco in terzo tempo di Arturo Vidal, un vantaggio che i bianconeri conserveranno fino al 90', diventando l'unica squadra a battere la Sampdoria in casa quest'anno. Festa contenuta negli spogliatoi, si pensa già a Ronaldo e compagni, ma nel cuore i giocatori sono consapevoli: questa Juventus sta scrivendo la storia!
Al San Paolo il Milan è la mano di Diego, ma il Napoli profuma d'Europa
Non basta il solito strepitoso Diego Lopez, non basta la mano di Diego, perché il Napoli vola sulle ali della propria trequarti. La partita va in archivio dopo appena 40": imbucata superba di Insigne per Hamsik, De Sciglio tenta una scivolata sciagurata, causando il rigore e sarà proprio il portiere ex Real Madrid a superarsi sul Pipita. Settanta minuti di torpore azzurro e strenua difesa rossonera condizionano una partita troppo pesante per la squadra di Benitez, condannata a vincere dai risultati del pomeriggio. Quando però il Napoli innesca il quartetto offensivo finisce la gara: è un autentico show quello degli azzurri che giocano a due tocchi, con tacchi e veli, portando Higuain, Hamsik e un sontuoso Gabbiadini al goal. Altra parentesi nera per un Inzaghi, che raggiunge la terza sconfitta consecutiva, vittima di un progetto naufragato troppo presto tra lo stupore stantio di casa Berlusconi.
Lazio e Inter nel segno della "X". Di Natale è Udine anche a Verona.
Il gemellaggio, almeno domenica prossima, sarà messo in cantina: l'Inter, dopo il mezzo passo falso contro il Chievo, cercherà i 3 punti a Roma, contro la Lazio, ma anche gli uomini di Pioli non possono fare da sparring-partner. A Bergamo, i biancocelesti sono rimasti fermi al palo: colpa dell'ex Biava, che costringe la Lazio a rincorrere per acciuffare un misero punticino sulla girata di Marco Parolo. Per Mancini è ancora un passo falso: lo 0-0 a San Siro, contro il solito quadratissimo Chievo di Maran, ha il sapore di una sconfitta, con Guarin e Brozovic che perdono una quantità indefinibile di palloni, mentre Hernanes appare completamente avulso nella manovra. Dal canto suo, il Chievo brilla per organizzazione e sagacia tattica: c'è tanto Maran in questa sesta promozione consecutiva dei clivensi. A Verona vince l'Udinese, vince Stramaccioni e vince soprattutto Totò Di Natale: il numero 10 dei friulani è stato ed è l'Udinese, anche al Bentegodi, dove l'Udinese non aveva mai vinto in Serie A, siglando il goal decisivo con uno splendido colpo di tacco. La Fiorentina schianta 3-1 un Cesena ormai rassegnato: torna a brillare il talento di Ilicic, ma il goal del cesenate Rodriguez è la "perla" della bandiera.
Stefano Uccheddu
venerdì 1 maggio 2015
1° MAGGIO - Faccia a faccia con Dio: Ayrton Senna, la divinità delle quattro ruote
Settimo giro del Gran Premio di Imola, il campione brasiliano, Ayrton Senna, a bordo della sua Williams, esce di pista alla curva del Tamburello, impattando rovinosamente contro il muro in cemento. A nulla serve il disperato volo in elicottero per trasportarlo all'ospedale Maggiore di Bologna, il pilota verdeoro si spegne tra le braccia dei medici poco prima delle 18.45, domenica 1° maggio 1994. I fan piangono, il Brasile piange da Brasilia a Belo Horizonte, il mondo piange Ayrton Senna.
(variante del Tamburello, Circuito di Imola, BO, Italy)
GP di Imola: tra destino, presagi e sicurezza.
Il weekend peggiore di sempre nella storia dei motori comincia con un botto terrificante che scuote sin da subito Senna: il suo pupillo, l'allora giovane promessa Rubens Barrichello, plana autenticamente contro le recinzioni che delimitano la pista al di sopra dei guard rails. Nulla di grave per il giovane brasiliano, qualche escoriazione, qualche trauma e tanto spavento. Paradossalmente il più scosso di tutti non sembra Rubens, bensì Ayrton, che lascerà la sua ultima dichiarazione alla stampa: "Sta bene, Rubens sta bene", ma è palese che qualcosa turba il tre volte campione del mondo. Viso tirato, insoddisfazione per l'assetto della sua Williams (nettamente penalizzata dalle regole introdotte nel '94 dalla FIA), tensione per le prime due gare della stagione buttate via o c'era qualcos'altro sotto? Arriva il sabato pomeriggio e Senna dai box assiste inerme al secondo terremoto di quel weekend stregato: Roland Ratzenberger, pilota austriaco, amico di Ayrton, esce di pista alla curva Villeneuve, perde il controllo della monoposto e in un uovo di lamiera perde la vita. Il paddock è sconvolto, dopo oltre 10 anni dall'ultima volta, un pilota muore su un tracciato della F1. Senna è distrutto, ma cerca di non dare ulteriori preoccupazioni alla squadra dopo la vicenda Barrichello, martellandola affinché sistemasse la vettura, soprattutto le sospensioni della sua Williams, in modo da consentirgli di spingere al massimo in gara. Dopo le qualifiche, il pilota brasiliano raggiunge come sempre il proprio fisioterapista per praticare la solita seduta di massaggi, ma quella sera Ayrton, dopo pochi minuti lo congeda con un semplice: "Sto proprio bene", senza completare la seduta. La passeggiata fino all'hotel è ancora a tutt'oggi un mistero: la sua guerra interiore, la guerra che nessuno spartano ha mai combattuto.
Come la prima volta...
Domenica 1° maggio, Ayrton Senna sale a bordo della propria monoposto con il peso dei pensieri che grava sulle sospensioni che tanto lo preoccupavano il giorno prima. Non è da solo però, il pilota della Williams conserva vicino alla gamba destra una bandiera austriaca, da sventolare in caso di vittoria a fine gara in onore dell'amico Roland. Sono stati sette di giri di passione, come sempre, come quando, non ascoltando i richiami di mamma Neide, rimaneva fino al tramonto ad Interlagos, a correre con il suo amato go-kart. Era un pilota aggressivo, determinato, temuto, un maestro nel corpo a corpo, il re della pioggia, non avrebbe mai staccato il piede dall'acceleratore, tanto meno al Tamburello. A tradirlo è proprio la saldatura della sua sospensione che salta, lasciando la macchina nelle mani del destino. Tra la fredda lamiera, i primi soccorsi, dopo aver estratto il corpo di Senna, trovano solamente una bandiera austriaca impregnata del sangue del campione brasiliano. Anni dopo, al processo per la sua morte, Adrian Newey e gli ingegneri della sua vettura si difesero, nel tentativo di scagionare la squadra e la monoposto da eventuali colpe, sostenendo che, a centro curva, la telemetria avesse evidenziato come Ayrton avesse alzato il piede dall'acceleratore. Senna aveva tolto il piede dal pedale una sola volta, nel 1988 quando, dopo aver vinto il suo primo mondiale in F1, disse alla stampa di aver visto Dio. Nessuno lo può dire con certezza, ma quel giorno forse lo tolse: come la prima volta, faccia a faccia con Dio.
Ciao campione.
Stefano Uccheddu
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