Dopo i fattacci della finale di coppa Italia, una
pagina nera per il calcio italiano, Il Napoli torna all'Olimpico per affrontare
la Roma, con una vivida e tangibile speranza di agganciare nuovamente il treno
per il terzo posto. Lo spettacolo in campo (un po' meno nelle curve, ma
preferisco glissare...) è sin da subito ottimo: le due squadre giocano a viso
aperto, con un Napoli molto accorto sugli esterni, dove la Roma può sempre far
male; l'ago della bilancia è però il centrocampo, il tallone d'Achille degli
azzurri. Nainggolan e Pjanic spadroneggiano in mezzo al campo, recuperando palla
velocemente e infilando gli azzurri ed è proprio da un'imbucata del bosniaco
che arriva il goal dell'1-0. Dal canto suo il Napoli ha avuto il merito di aver
giocato un gran match e di aver avuto più di un'occasione per trovare il
pareggio con i vivaci Mertens e Gabbiadini. L'incognita però, anche questa
domenica, è Rafa Benitez: il tecnico spagnolo lascia in panchina Hamsik,
preferendogli un volenteroso ma sottotono De Guzman, e toglie Higuain proprio
nel momento di massimo furore degli azzurri, preferendo sostituirlo con la
fisicità di Zapata invece che affiancarla alla classe del Pipita. Il Napoli
sprofonda al sesto posto e la testa di Benitez è sempre più vicina alla lama
del boia, mentre la Roma ritrova la vittoria in casa dopo oltre quattro mesi.
Toni-Juanito-Toni: al Bentegodi è Verona-show. Il centravanti campione del
mondo vive ormai una seconda giovinezza alla calcisticamente veneranda età di
38 anni: lotta, sgomita e segna come un ragazzino ed è l'unico italiano ad aver
raggiunto la doppia cifra in serie A. Ma il sodalizio dura 65', il Cesena di Di
Carlo ha un carattere strepitoso e guidato dal trio Brienza-Carbonero-Defrel
raggiunge il pari e sfiora il quarto goal. Clamoroso harakiri della squadra di
Mandorlini, che tira un sospiro di sollievo solo guardando il resoconto dei
risultati: un super-Torino batte l'Atalanta a Bergamo grazie a Quagliarella ed
al solito Kamil Glik. La lotta salvezza non è ancora chiusa e il Cesena lo sa
bene.
Rigor mortis: l'Inter è fredda, gelida, rigida. Clamoroso pari interno
degli uomini di Mancini contro un Parma che ormai gioca senza pretese
economico-sportive. Una partita di rara bruttezza, dove l'Inter non crea mai
occasioni veramente pericolose e dove il goal del vantaggio di Guarin è viziato
da un tocco evidente di Costa. Il Parma agguanta il pareggio con l'albanese
Lila e prende un punto insperato a San Siro. Male tutti: dal solito reparto
difensivo ballerino, ad uno Shaqiri svagato ed impreciso, parso stanco dalle
gare con la selezione svizzera. Piovono solo fischi per Mancini, per la
dirigenza e per un Thohir più allo sbando di quanto si creda, mentre i cugini
vincono a Palermo, dove il duo Dybala e Vazquez sta lentamente spegnendosi.
Nella notte altri due argentini "matavano" uno splendido Empoli allo Juventus Stadium: Carlitos Tevez e Roberto Pereyra riportano la Juve a +14 sulle inseguitrici.
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