La voglia di tornare, una costante nello sport e nella vita
Il film - Insufficiente. Non positivo questo Rocky VI, deludente sia dal punto di vista della storia che della regia. La trama non è intraprendente come quella degli altri episodi della serie, anzi spesso tende ad annoiare. In più, penso che pochi appassionati dello Stallone Italiano abbiano visto di buon occhio la sostituzione di Adriana con una donna a caso del quartiere. E’ sembrata una forzatura, solo per crare un contenuto emozionale legato all’amore all’interno del film. Regia anche non ottima, condizionata dalla modernizzazione della stessa. Tuttavia, questo ammodernare lo stile delle riprese, non ha portato un miglioramento, ma anzi ha avuto l’effetto opposto. La regia più lineare dei primi Rocky, si addiceva molto meglio al personaggio e alla storia. Che ora viene risucchiata dalla modernità, forse come è giusto che sia, ma che ne limita il valore. Ricordiamo che questo film è uscito nel 2006, mentre il precedente (Rocky V) uscì nel 1990. Questo scarto di tempo, non può che condizionare la produzione.
Topic - Tuttavia non tutto è da buttare. Il tema principale di questo ultimo Rocky, è interessante e non banale. Ultimamente, come anche nel passato, vi sono molti esempi di atleti che, nonostante l’età, tornano a praticare uno sport a distanza di anni dalla fine della loro carriera. Michael Jordan, Schumacher, Armstrong (prima dello scandalo). Il motivo rimane sempre lo stesso: la voglia di sentirsi vivo e importante tramite il proprio sport. Molti personaggi famosi si lamentano delle troppe attenzioni che i media prestano loro, ma in realtà tendono a rimpiangerle quando non ci sono. Deve essere una bella botta passare da essere sempre nella prima pagina dei quotidiani, a essere relegati a trafiletti in cui si parla della villa che possiedono. Si diventa drogati di successo e, quando viene a mancare,lo si vuole indietro. Ma i ritorni nello sport non sono solo affari delle celebrità: questo perché lo sport fa sentire vivi. E’ una motivazione nella vita, come lo può essere la persona che si ama o un figlio. L’attesa per il match, i minuti prima della prestazione, quando tutti ti osservano, il momento in cui sei pienamente concentrato su quello che stai facendo e daresti pure l’anima per arrivare primo. Certi credono che lo sport sia un gioco. Non lo è. Lo sport può essere vita. Se ne diventa dipendenti, il che può essere un male certo. Ma non è una cosa governabile quando ami fare qualcosa più di qualunque altra cosa al mondo. Poi si smette, perché, razionalmente,è effettivamente la cosa giusta da fare. Ma noi non siamo solo ragione e allora si ritorna. Si ritorna a vivere. Non criticate, quindi, gli sportivi che a distanza di anni riprendono la loro carriera. Non lo fanno razionalmente, perché pensano che sia la cosa giusta da fare nella loro vita. Lo fanno per istinto, come per istinto chiami la donna che ami nonostante ti abbia tradito. Quindi Rocky torna pure a combattere, anche se farai un brutto incontro, la vita è tua.
Ha scritto per voi e Per Informazione Gialla, Alfredo Montalto
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