Da Woody Allen a Rudi Garcia
Roma è la città eterna: madre della passione, delle
battaglie e dei gladiatori. Se n'è accorto anche il grandioso regista Woody
Allen che nel 2012 ha firmato una pellicola che raccontava diverse storie
d'amore e non, aventi come sfondo Roma, i suoi vizi e le sue virtù. Come Woody
Allen che è riuscito, come sempre, a farci innamorare di un'immagine o di un
semplice scorcio attraverso i filtri magici del grande schermo, anche Rudi
Garcia ha fatto innamorare Roma ed i romanisti, portando nell'arena una squadra
che sapeva giocare a calcio. Lo scorso anno, il condottiero francese ha
inseguito la Juve ed il sogno di riportare lo scudetto nella capitale,
esattamente 13 anni dopo l'ultimo successo di Fabio Capello, fermandosi nella
palude catanese del Massimino, dov'è toccato ancora urlar "Clamoroso al
Cibali!". Una squadra con un'identità ben precisa, un dirigente capace e
perspicace, un allenatore giovane in rampa di lancio ed una squadra finalmente
coscienziosa e cosciente delle proprie capacità: il mix sembrava essere quello
giusto. Una campagna acquisti dispendiosa e di assoluto spessore che,
nonostante una cessione illustre (l'addio forzato di Mehdi Benatia), la
proiettavano verso le stelle e l'arrivo di un grande talento, soffiato da
campioni ad una Juventus in crisi di potere, veniva celebrato come la grande
vittoria sulla futura rivale. La squadra brilla sulla scia dell'anno passato,
fino alla clamorosa debacle in casa con il Bayern: 1-7, dichiarazioni avventate
del tecnico francese ("Vinceremo lo scudetto!") ed un ambiente che ne
usciva fortemente ridimensionato.

Riposa Roma, nubi oscure si stagliano all'orizzonte e
intanto Woody dall'alto del suo Dolly grida "Stop, scarto!".
To Rome, with Love.
Ha scritto per voi e per Informazione Gialla, Stefano Uccheddu
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