Ecco i migliori under 23 del nostro campionato, chi sarà il migliore?
Ecco i migliori under 23 del nostro campionato, chi sarà il migliore?
Eccoci qua per il nuovo appuntamento con “Classifichiamo”. In questo caso verrà stilata una classifica dei migliori Under 23 italiani, dal decimo al primo, con annessa motivazione della posizione. I giocatori verranno valutati sia in base al loro livello attuale sia alle loro prospettive di miglioramento. Spicca qualche assenza (Verde,Baselli, Sturaro, Verdi, Cristante), principalmente dovute alle non troppo presenze fatte al di fuori della Primavera. Di sicuro troverete qualche sorpresa. Ricordo che tali classifiche restano basate fondamentalmente su mie personali opinioni. Detto ciò possiamo partire.
10° posto: Alessio Romagnoli (’95)
Non dimentichiamoci che è un ’95. Ma la sua stagione, da titolare, alla Samp, anche se partita bene, ora non sta andando alla perfezione. Sicuramente, già essere titolare in una squadra che lotta per l’Europa a 20 anni, evidenzia il fatto che è effettivamente un buon giocatore. Tuttavia, negli ultimi mesi, Romagnoli sta deludendo con prestazioni non troppo convincenti. Le qualità ci sono, ha una buona tecnica e buona intelligenza. Anche in una grande squadra come la Roma aveva giocato buone partite. Crescendo, potrebbe diventare un ottimo difensore.
9° posto: Simone Scuffet (’96)
L’anno scorso aveva dimostrato delle qualità esagerate per un portiere classe ’96. Partito come seconda riserva, dopo Brkic e Kelava, ha lentamente (e facilmente) scalato le gerarchie diventando, nella seconda parte di campionato, l’indiscusso numero uno dell’Udinese. Un finale di stagione mostruoso. Non avrei esitato nell’inserirlo in una posizione ben più alta. Poi, che fine ha fatto? Sicuramente Karnezis è un ottimo portiere, ma l’impressione è che ci sia sotto qualcosa che noi non sappiamo. Perché non far giocare un portiere italiano giovanissimo la cui valutazione, già la scorsa estate, si aggirava sui 15 milioni? Dettò ciò sicuramente cinque mesi sono troppo pochi per valutare, soprattutto nel caso di un portiere. Tuttavia, da quel poco che abbiamo visto, le qualità e le possibilità per diventare un campione ci sono. Insomma, giudizio rimandato.
8° posto: Andrea Belotti (’93)
Pochi a quest'età hanno la sua media realizzativa. E’ un attaccante di razza, ha un gran fiuto del gol e un ottimo fisico. Oltre a segnare molto, è una punta che lavora intensamente per la squadra. Cosa gli manca? Non ha una tecnica fenomenale. Inoltre è ancora un po’ presto per giudicarlo, è la sua prima annata in Serie A ed ha giocato soprattutto spezzoni di partite, subentrando nella ripresa quando gli avversari sono stanchi. Certo, le doppiette al San Paolo non le fanno tutti, ma c’è anche da dire che per gli attaccanti è molto più facile rendersi famosi (basta segnare), ma è anche molto più difficile mantenere le aspettative che si sono create(continuando a segnare). L’avere continuità (mentale e fisica) è molto importante per una giovane punta e Belotti non ha ancora potuto dimostrare di averla, poiché raramente gioca da titolare. Vedremo in futuro, le qualità per diventare un ottimo attaccante ci sono eccome.
7° posto: Mattia De Sciglio (’92)
Eh si. Ha ancora 22 anni. Volete la mia opinione sui suoi problemi, fisici e non, delle ultime due stagioni? E’ stato semplicemente sopravvalutato. Non che sia mai stato a scarso. Ma è stato trasformato nel futuro assicurato del Milan e della Nazionale Italiana, solo dopo qualche prestazione buona (mai eccellente) a 18 anni! Tutto ciò senza considerare: condizione fisica, continuità mentale e fisica su un buon numero di partita, forza mentale nel sopportare tutte le aspettative createsi su di lui. Non posso essere io, poi, a giudicare l’operato dei medici del Milan su di lui come su El Shaarawy e Pato. Resta un buon terzino (non un fenomeno), ottimo tecnicamente, ma ancora con qualche calo mentale di troppo all’interno della partita. Inoltre gli infortuni potrebbero stroncargli la carriera. Spero di sbagliarmi, ma non ho molta fiducia su un suo grandioso futuro. Tuttavia, a differenza di altri, De Sciglio a 22 anni è già un nome ampiamente conosciuto e apprezzato. Potrebbe vivere di rendita ancora un po’, grazie proprio al suo nome.
6° posto: Domenico Berardi (’94)
Qualità da grande giocatore. Poca, troppo poca continuità. Dal punto di vista mentale intendo. Segna quattro gol col Milan e la partita dopo prende 5 in pagella. Fa exploit clamorosi e prende espulsioni da pivello isterico. Ci può stare essendo un classe ’94, ma è una mancanza importante per il momento. Alcuni giocatori, infatti, riescono ad acquisirla con l’avanzare degli anni (Sanchez), altri non la ottengono mai (Balotelli). Per il resto ha tutto, velocità, tecnica e buoni movimenti. Ma senza la testa, nel calcio di oggi non si va molto avanti.
5° posto: Stephan El Shaarawy (’92)
Discorso simile a quello di De Sciglio. A differenza del milanese, lui ha le qualità per essere un top player. Due anni fa il Milan poteva venderlo a 40 milioni. Poi gli infortuni. La sua carriera dipenderà proprio dai suoi problemi fisici. Se reggerà fisicamente, potrebbe diventare un ottimo giocatore. Ha una velocità e una tecnica che pochi possono vantare in Serie A. Mi sembra gli manchi un po’ di personalità. Nei sei mesi in cui ha stupito tutti, era sulla cresta dell’onda ed era più facile giocare per lui. Poi, con l’avvento di Balotelli, le sue prestazioni sono molto calate di livello. Quest’anno anche, si vedeva poco in campo. Potrebbe fare quello che fa Menez, catalizzando l’attenzione e i passaggi della squadra su di lui. Ma non ha la personalità di Menez. Quindi non è un problema solo fisico e non diventerà mai un Robben o un Ribery, nonostante le qualità per farlo ci siano tutte. Infortuni + mancanza di personalità = futuro non roseo.
4° posto: Davide Zappacosta (’92)
Non sottovalutate questo ragazzo. Troppo poco considerato, secondo il mio personale parere. Probabilmente a causa del suo ruolo. Ma quanti terzini/ali possono garantire le sue prestazioni e i suoi gol (3) in Serie A? In questo momento nessuno. Gran tiro, grande velocità, grande qualità negli inserimenti. Molte volte fa la differenza sulla fascia. Si prende ancora troppe pause in certe partite, ma è il suo primo anno in A e può migliorare sotto questo punto di vista. Aspettiamoci grandi cose.
3° posto: Mattia Perin (’92)
Reattività e riflessi clamorosi. Abilità nelle uscite da gran portiere. Ottimi piedi. Gli manca solo qualche centimetro e soprattutto un po’ di stile, cosa che può diventare un problema a lungo andare. Non sarà mai il più forte portiere al mondo per intenderci. Tuttavia penso che farà una carriera da top 5 o top 10. Quest’anno è esploso, con i suoi miracoli fa spesso e volentieri la differenza. Ora gioca al Genoa, gli manca l’esame di una grande squadra. E penso che sia un esame che sosterrà presto.
2° posto: Daniele Rugani (’94)
A sorpresa forse. Ma l’Italia e la Juventus sembrano aver trovato il loro nuovo baluardo difensivo. Sono rimasto davvero entusiasta dalle sue prestazioni. Ha una continuità che pochi altri possono vantare nel campionato italiano. Commette errori davvero raramente e mai decisivi. Inoltre è davvero difficile, in questo momento, trovare difensori centrali di alto livello. Lui lo è. E’ dotato di una buona tecnica individuale e, soprattutto, intelligenza. Intelligenza tattica, capire qual è la scelta giusta da fare in ogni situazione. Quella che manca ad Ogbonna per intenderci. Certo, bisogna ancora vederlo in una grande squadra, con tutta la pressione che ne deriva. Ma sono certo che non fallirà.
1° posto: Marco Verratti (’92)
Giocatore completo e di livello internazionale. Erede di Pirlo? Assolutamente no. Le caratteristiche sono molto diverse, hanno in comune solo la posizione del campo in cui giocano e l’eccezionale tecnica individuale. Ma Verratti è un giocatore molto più mobile e combattivo. Ovviamente gli manca l’irraggiungibile classe e il tiro di un maestro come Andrea Pirlo. Quindi modo di giocare diverso, ma l’ex pescarese rimane straordinariamente utile in qualunque tipo di centrocampo. Essere il man of the match in un ottavo di finale di Champions contro il Chelsea, non è una cosa che tutti i ventiduenni possono permettersi. La nazionale italiana deve ripartire da lui.
Ha scritto per voi e per Informazione Gialla, Alfredo Montalto
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