Perché la memoria del male non riesce a cambiare l'umanità? A cosa serve la memoria?
Un racconto di Stefano Francisetti
Il 27 Gennaio del 1945, I cancelli di Auschwitz furono
abbattuti. In quei campi di concentramento ci fu lo sterminio sistematico di 6
milioni di ebrei, ma anche di rom, omosessuali, comunisti; 14 milioni di vite
umane messe a tacere.
Quest’anno si celebra il settantesimo anniversario di questa
toccante, triste, tragedia umana; uno sterminio senza precedenti che ha tolto
la dignità a poveri bambini indifesi, a donne, a uomini e anziani.
Io nel 2013 ho partecipato al treno della memoria; lo scopo
del viaggio era quello di riportarci “indietro nel tempo”, e mostrarci con
testimonianze e fatti realmente accaduti le atrocità più terribili della nostra
esistenza! Questo percorso ha reso me e tutti I miei compagni del viaggio,
consapevoli di quanto la vita sia davvero importante per tutti noi! Calpestare
la terra, nel posto in cui hanno perso la vita milioni di persone, ti fa capire
che le piccole cose di ogni giorno che a noi risultato così banali, a loro
sarebbero sembrate l’ultima ancora di salvezza!
Prima di partire abbiamo partecipato a degli incontri
educativi, dove due ragazzi, due animatori formati dalla terra del fuoco, ci
hanno introdotto al viaggio, parlandoci della storia del progetto, della sua
importanza. Ci siamo dedicati alla lettura e a tantissime riflessioni, abbiamo
posto il nostro sguardo sulla storia, sulla memoria e sulle testimonianze.
Importante è l’attenzione che viene rivolta alla memoria dei luoghi.
Terminata la prima fase di incontro, I partecipanti, I vari
gruppi di ragazzi e di animatori sono partiti verso Cracovia. Il viaggio è
stato molto duro e lungo ma ne è valsa la pena, perché testimoniare ciò che è
accaduto deve essere un dovere per tutti quanti noi.
Il viaggio oltre a introdurci nel ghetto della città
polacca, ci ha dato anche l’opportunità di partecipare ad incontri formativi, e
a spettacoli. Abbiamo visitato la fabbrica di Schindler, imprenditore tedesco
che ha salvato migliaia di ebrei nella sua fabbrica di oggetti smaltati; li
abbiamo ascoltato una importante testimonianza e visto con i nostri occhi gli
operai tedeschi che lavoravano all’interno della stessa fabbrica con foto molto
suggestive e toccanti. I giorni più toccanti
sono stati quelli in cui abbiamo partecipato alla visita al museo di Auschwitz
e allo stesso campo di concentramento, facendoci immedesimare in un deportato
attraverso la sua foto e il suo nome nel blocco 6 e 7, momento molto
commovente!
Dopo la visita ad Auschwitz, abbiamo visitato il campo di
Birkenau, dove abbiamo visitato le varie “baracche” in cui dormivano I
deportati ebrei e non solo, con letti fatiscenti fatti con mattoni e del legno,
con al loro interno del pagliericcio! Abbiamo visitato le varie camere a gas
che purtroppo furono distrutte dagli stessi tedeschi prima della liberazione.
Le camera a gas sono ben visibili anche se distrutte poichè vi sono dei resti
riconducibili alle stesse camera che furono la macchina di morte, oltre ai forni
crematori, forni totalmente integri.
A Birkenau si conclude di fatto il nostro viaggio, con una
commemorazione finale in cui ai partecipanti, cioè a noi ragazzi veniva chiesto
di dire ad alta voce davanti ad un microfono il nome del deportato scelto durante
la visita dei blocchi 6 e 7 per ricordare la sua memoria e pregando per la sua
anima.
“Shoah” in ebraico significa “annientamento” e indica
perfettamente i crimini commessi contro una parte dell’umanità: la comunità
ebraica. Non possiamo permettere che le generazioni future vivano ancora una
tragedia simile, ma dobbiamo tramandare per non cancellare e non rimanere
nell’apatia, perché l’indifferenza è uno dei mali peggiori della nostra
società. Perché non possiamo negare il passato e pretendere di costruire un
futuro migliore. Mi ritengo fortunato per aver avuto la possibilità di
ascoltare le testimonianze dirette, vissute in prima persona.
Il pericolo è l’oblio della memoria, la storia passata deve
essere ricordata. Qui di seguito vi riporto alcune foto che ho scattato durante
il mio viaggio. Questo viaggio mi ha reso una persona diversa, mi ha cambiato
profondamente, grazie all’aiuto dei volontari della terra del fuoco, persone
davvero splendide
Ingresso al campo di concentramento di Auschwitz, Arbeit macht
frei , "Il lavoro rende liberi".
Campo di concentramento di Birkenau
Forni crematoriCancello della fabbrica di Oscar Schindler
Ha scritto per voi e per Informazione Gialla, Stefano Francisetti
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