Benvenuti in Serie A
“Dio salvi il calcio
e poi pensi anche alla regina, ma prima il calcio”: ogni amante di questo
straordinario sport si ritrova puntualmente a ripeter questa frase durante
l’interminabile pausa natalizia. Mentre in Italia il calcio scompare senza un
motivo apparentemente valido, nascondendosi dietro alberi di Natale, spumanti e
calze della Befana, in Premier League giocano ogni due giorni senza soste: tra
‘Boxing day’, ‘Monday night’ e ‘First of the Year’, la regina non si annoia
mai. C’è una sola cosa positiva nella giostra che si ferma per noi, penne
orfane di Muse: tirare le somme di ciò che è stato e diventare profeti di ciò
che sarà, senza alcuna sfera di cristallo, ma con logica e raziocinio.
Il bancario di Empoli e lo Statuto Allegrino - L’anno
passato ci ha lasciato tante incognite, tante preoccupazioni, ma anche tante
piacevoli sorprese: dal destino incerto di una gloriosa società come il Parma
allo splendido Empoli del bancario Sarri e proprio da quest’ultimo intendo
partire con la mia riflessione. Maurizio Sarri,
classe 1959, si è affacciato alla Serie A, per la prima volta nella sua vita, a
55 anni dopo anni di durissima gavetta, partendo dalle serie minori toscane.
Impiegato bancario, allenatore per passione, conquista tutto e tutti,
dimostrandosi il self-made man per eccellenza. Il suo Empoli è una creatura pura e meravigliosa che si erge sulle basi di
un gioco mnemonico, armonioso ed orchestrato sapientemente da un ‘underdog’
della tattica come Sarri. Organizzati e spensierati, gli azzurri stanno
stupendo tutti, dimostrandosi un’autentica mina vagante per questo campionato.
La loro arma migliore? Gli schemi su calcio piazzato, che hanno proiettato i
centrali difensivi, Rugani e Tonelli,
in cima alla classifica marcatori della squadra. Grande merito della cavalcata
empolese è anche della società nelle figure di Fabrizio Corsi, Francesco Ghelfi
e Marcello Carli. La dirigenza ha fatto sapientemente crescere un settore
giovanile che, oggi, ha pochi pari in Italia e che ha sfornato talenti italiani
che oggi guidano la prima squadra come: Rugani, Tonelli, Valdifiori e Pucciarelli.
E’ stato anche l’anno dell’addio di Antonio Conte dalla Juventus. Il fulmine a ciel sereno è
arrivato a metà luglio, a pochi giorni dall’inizio del ritiro dei campioni
d’Italia. Si narra di problemi con la società ed in primis con Beppe Marotta
per questioni legate al calciomercato, ma la pista risulta molto artefatta e
ben costruita mediaticamente. Una pista più plausibile porta a credere che il
tecnico salentino avesse bisogno di un anno sabbatico per questioni personali:
dopo le gloriose stagioni passate, sarebbero venuti a mancare gli stimoli, ma
ciò non giustifica che siano stati errati i modi e i tempi del suo addio alla
Vecchia Signora. La guida tecnico, tra scetticismo ed ostracismo generale, è
stata affidata a Massimiliano Allegri.
Mai scelta fu più felice, il tecnico livornese non ha sbagliato nulla finora:
primo posto in campionato, qualificazione agli ottavi di Champions League,
nuovo modulo e che Statuto Allegrino sia! Unica macchia: la sconfitta in finale
di Supercoppa italiana a Doha, dove la squadra è risultata un po’ troppo
sottotono e sulle gambe dal punto di vista fisico, ma c’è tempo per rimediare e
Allegri proverà a farlo.
Napoleone, Waterloo e i sette re Germanici - A Roma si respira
aria di tricolore da settembre, grazie ad un campagna acquisti sontuosa,
coronata dai quasi 30 milioni (se si contano le commissioni ed i bonus si
sfonda il muro dei trenta…) spesi per Juan Manuel Iturbe, gioiello del Porto che ha fatto impazzire i tifosi del
Verona la scorsa stagione. Con una grande
partenza in Champions ed in campionato, la Roma si siede al tavolo con le
grandi d’Europa ed urla: “Ci sono anch’io!”. Il conquistatore francese, Rudi Garcia, guida la sua creatura con
sapienza, andando ad incantare anche l’Etihad Stadium con un gioco perfetto ed
estremamente attinente per i canoni europei. Tutto a gonfie vele fino alle
sette pugnalate dei sette re gemanici in una fredda notte autunnale a Roma:
all’Olimpico, i Bavaresi del Bayern
Monaco passeggiano e distruggono il villaggio romano e la Chiesa posta al
centro di esso. Se in Serie A il calo è meno evidente, in Europa la squadra
perde certezze ed esce, da un girone di ferro, a testa comunque alta, con un
terzo posto dal sapore amaro per chi del secondo posto sentiva già il profumo.
A Milano in Linea Gialla: lavori in corso nel sottosuolo - A
Milano il cantiere è aperto 24h, 7 giorni su 7, in via Durini ed a ‘Casa Milan’
è tutto un ‘work in progress’. Il
presidente indonesiano Erick Thohir,
stanco delle scuse e del non-gioco profuso dalla sua Inter sotto la guida
Mazzarri, ha richiamato in Italia Roberto Mancini.
Il voto per l’ex tecnico del Galatasaray, per ora, è un 6 politico: senza
infamia né lode, complice anche una squadra che non sa né di carne, né di pesce
e che deve ritrovare la propria identità. A Milanello sorridono tutti: Inzaghi
ha avuto l’esterno che invocava in estate (Alessio Cerci), è stato sistemato il
pacco londinese (Fernando Torres) e il gioiellino Stephan El Shaarawy segna una
doppietta nella prestigiosissima amichevole contro il Real Madrid campione di
tutto. Ecco, ma a parte i sorrisi di facciata, spesso futili specchietti per
allodole, questo Milan sembra vedere qualche spiraglio di luce: la cura Inzaghi
sta avendo gli effetti sperati e con un Menez così, il terzo posto non è un miraggio (vista anche l’altalenante e povera
concorrenza).
Doha: l'oasi amalfitana - Napoli festeggia una
Supercoppa vinta in zona Cesarini, con un Higuain in versione monstre. Gli
azzurri non possono però essere esenti da critiche per un 2014 avaro di
soddisfazioni: l’eliminazione ai
preliminari di Champions League, contro una buona squadra come l’Athletic
Bilbao, è una macchia per il progetto azzurro e per il calcio italiano. La Coppa Italia vinta a Roma è un trofeo
innalzato al cielo tra le polveri, da sparo e non, ed il sangue di Ciro
Esposito, rimasto vittima di quelli che non sono tifosi, ma nemmeno uomini.
Non siamo più gli imprenditori del calcio e i grandi nomi
possiamo vederli solamente in televisioni o sulle pagine dei rotocalchi, ma
rivendichiamo la nostra sapienza in materia: popolo di santi, poeti e
navigatori, ma oggi più che mai, di direttori sportivi, promesse e talenti in
cerca di rilancio.
Salite sulla giostra che sta per ripartire: benvenuti in
Italia, bentornati in Serie A.
Ha scritto per voi e per Informazione Gialla, Stefano Uccheddu.
Giovane studente di Torino con l'immensa passione di raccontare calcio,
Ci terrà compagnia ogni settimana, dopo e prima delle partite.
Per voi, Stefano Uccheddu
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