domenica 4 gennaio 2015

A Natale tutto il resto è noia


Benvenuti in Serie A


“Dio salvi il calcio e poi pensi anche alla regina, ma prima il calcio”: ogni amante di questo straordinario sport si ritrova puntualmente a ripeter questa frase durante l’interminabile pausa natalizia. Mentre in Italia il calcio scompare senza un motivo apparentemente valido, nascondendosi dietro alberi di Natale, spumanti e calze della Befana, in Premier League giocano ogni due giorni senza soste: tra ‘Boxing day’, ‘Monday night’ e ‘First of the Year’, la regina non si annoia mai. C’è una sola cosa positiva nella giostra che si ferma per noi, penne orfane di Muse: tirare le somme di ciò che è stato e diventare profeti di ciò che sarà, senza alcuna sfera di cristallo, ma con logica e raziocinio. 

Il bancario di Empoli e lo Statuto Allegrino - L’anno passato ci ha lasciato tante incognite, tante preoccupazioni, ma anche tante piacevoli sorprese: dal destino incerto di una gloriosa società come il Parma allo splendido Empoli del bancario Sarri e proprio da quest’ultimo intendo partire con la mia riflessione. Maurizio Sarri, classe 1959, si è affacciato alla Serie A, per la prima volta nella sua vita, a 55 anni dopo anni di durissima gavetta, partendo dalle serie minori toscane. Impiegato bancario, allenatore per passione, conquista tutto e tutti, dimostrandosi il self-made man per eccellenza. Il suo Empoli è una creatura pura e meravigliosa che si erge sulle basi di un gioco mnemonico, armonioso ed orchestrato sapientemente da un ‘underdog’ della tattica come Sarri. Organizzati e spensierati, gli azzurri stanno stupendo tutti, dimostrandosi un’autentica mina vagante per questo campionato. La loro arma migliore? Gli schemi su calcio piazzato, che hanno proiettato i centrali difensivi, Rugani e Tonelli, in cima alla classifica marcatori della squadra. Grande merito della cavalcata empolese è anche della società nelle figure di Fabrizio Corsi, Francesco Ghelfi e Marcello Carli. La dirigenza ha fatto sapientemente crescere un settore giovanile che, oggi, ha pochi pari in Italia e che ha sfornato talenti italiani che oggi guidano la prima squadra come: Rugani, Tonelli, Valdifiori e Pucciarelli.

E’ stato anche l’anno dell’addio di Antonio Conte dalla Juventus. Il fulmine a ciel sereno è arrivato a metà luglio, a pochi giorni dall’inizio del ritiro dei campioni d’Italia. Si narra di problemi con la società ed in primis con Beppe Marotta per questioni legate al calciomercato, ma la pista risulta molto artefatta e ben costruita mediaticamente. Una pista più plausibile porta a credere che il tecnico salentino avesse bisogno di un anno sabbatico per questioni personali: dopo le gloriose stagioni passate, sarebbero venuti a mancare gli stimoli, ma ciò non giustifica che siano stati errati i modi e i tempi del suo addio alla Vecchia Signora. La guida tecnico, tra scetticismo ed ostracismo generale, è stata affidata a Massimiliano Allegri. Mai scelta fu più felice, il tecnico livornese non ha sbagliato nulla finora: primo posto in campionato, qualificazione agli ottavi di Champions League, nuovo modulo e che Statuto Allegrino sia! Unica macchia: la sconfitta in finale di Supercoppa italiana a Doha, dove la squadra è risultata un po’ troppo sottotono e sulle gambe dal punto di vista fisico, ma c’è tempo per rimediare e Allegri proverà a farlo. 


Napoleone, Waterloo e i sette re Germanici - A Roma si respira aria di tricolore da settembre, grazie ad un campagna acquisti sontuosa, coronata dai quasi 30 milioni (se si contano le commissioni ed i bonus si sfonda il muro dei trenta…) spesi per Juan Manuel Iturbe, gioiello del Porto che ha fatto impazzire i tifosi del Verona la scorsa stagione. Con una grande partenza in Champions ed in campionato, la Roma si siede al tavolo con le grandi d’Europa ed urla: “Ci sono anch’io!”. Il conquistatore francese, Rudi Garcia, guida la sua creatura con sapienza, andando ad incantare anche l’Etihad Stadium con un gioco perfetto ed estremamente attinente per i canoni europei. Tutto a gonfie vele fino alle sette pugnalate dei sette re gemanici in una fredda notte autunnale a Roma: all’Olimpico, i Bavaresi del Bayern Monaco passeggiano e distruggono il villaggio romano e la Chiesa posta al centro di esso. Se in Serie A il calo è meno evidente, in Europa la squadra perde certezze ed esce, da un girone di ferro, a testa comunque alta, con un terzo posto dal sapore amaro per chi del secondo posto sentiva già il profumo.

A Milano in Linea Gialla: lavori in corso nel sottosuolo - A Milano il cantiere è aperto 24h, 7 giorni su 7, in via Durini ed a ‘Casa Milan’ è tutto un ‘work in progress’. Il presidente indonesiano Erick Thohir, stanco delle scuse e del non-gioco profuso dalla sua Inter sotto la guida Mazzarri, ha richiamato in Italia Roberto Mancini. Il voto per l’ex tecnico del Galatasaray, per ora, è un 6 politico: senza infamia né lode, complice anche una squadra che non sa né di carne, né di pesce e che deve ritrovare la propria identità. A Milanello sorridono tutti: Inzaghi ha avuto l’esterno che invocava in estate (Alessio Cerci), è stato sistemato il pacco londinese (Fernando Torres) e il gioiellino Stephan El Shaarawy segna una doppietta nella prestigiosissima amichevole contro il Real Madrid campione di tutto. Ecco, ma a parte i sorrisi di facciata, spesso futili specchietti per allodole, questo Milan sembra vedere qualche spiraglio di luce: la cura Inzaghi sta avendo gli effetti sperati e con un Menez così, il terzo posto non è un miraggio (vista anche l’altalenante e povera concorrenza).

Doha: l'oasi amalfitana - Napoli festeggia una Supercoppa vinta in zona Cesarini, con un Higuain in versione monstre. Gli azzurri non possono però essere esenti da critiche per un 2014 avaro di soddisfazioni: l’eliminazione ai preliminari di Champions League, contro una buona squadra come l’Athletic Bilbao, è una macchia per il progetto azzurro e per il calcio italiano. La Coppa Italia vinta a Roma è un trofeo innalzato al cielo tra le polveri, da sparo e non, ed il sangue di Ciro Esposito, rimasto vittima di quelli che non sono tifosi, ma nemmeno uomini.
Non siamo più gli imprenditori del calcio e i grandi nomi possiamo vederli solamente in televisioni o sulle pagine dei rotocalchi, ma rivendichiamo la nostra sapienza in materia: popolo di santi, poeti e navigatori, ma oggi più che mai, di direttori sportivi, promesse e talenti in cerca di rilancio.





Salite sulla giostra che sta per ripartire: benvenuti in Italia, bentornati in Serie A.

Ha scritto per voi e per Informazione Gialla, Stefano Uccheddu.
Giovane studente di Torino con l'immensa passione di raccontare calcio,
Ci terrà compagnia ogni settimana, dopo e prima delle partite.

Per voi, Stefano Uccheddu 

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