Da Béla
Guttmann a Lev Yashin: il calcio tra
maledizioni ed inquisizione
˂˂ Il Pallone d'oro (Ballon d'Or, in francese), noto in
precedenza anche come Calciatore europeo dell'anno, è stato un premio
calcistico istituito nel 1956 dalla rivista sportiva francese France Football e
assegnato annualmente nel mese di dicembre al giocatore che più si distingueva
nell'anno solare militando in una squadra di un qualsiasi campionato del mondo.
˃˃ (fonte: Wikipedia)
Béla Guttmann: il cavaliere oscuro
Conoscete la maledizione di Béla Guttmann? Ve la riassumo in
poche parole. Guttmann, allenatore austriaco del magico Benfica dei primi anni
Sessanta, maledisse la sua stessa squadra, dopo la vittoria della seconda
Champions League di fila ed il suo addio controverso (leggenda narra di un
aumento di stipendio mai concesso…) alle “Aquile”, con la celebre frase: ˂˂
D’ora in avanti, questa squadra non vincerà più una coppa internazionale, da
qui a 100 anni. ˃˃ Risultato? Da allora, il Benfica, contata anche la recente
finale di Europa Leag ue giocatasi a Torino, ha perso 9 finali consecutive.
Assurdo, mistico, maledetto: questo è il dark
side del football.
Lev Yashin: Rasputin alla corte di Francia
È il 1963, quando Lev
Yashin entra di diritto nella storia del calcio: è il primo portiere a vincere
il Pallone d’Oro. A distanza di 52 anni, nessuno è ancora riuscito ad
infrangere quella che, ormai, possiamo definire “La maledizione di Lev Yashin”:
ogni portiere, avvicinatosi con i guantoni al Pallone d’Oro, lo ha sfiorato,
sognato, ma poi visto sfumare. I casi sono emblematici: Oliver Kahn, storico
portiere del Bayern Monaco e della Nazionale tedesca, è arrivato per due anni
sul gradino più basso del podio, mentre Gianluigi Buffon, probabilmente il più
forte portiere della storia italiana (Zoff permettendo…), si è visto soffiare
il Pallone d’Oro dal compagno di Nazionale, Fabio Cannavaro, proprio a pochi
passi dalla gloria. Ma quest’anno, sembrava l’anno giusto per rompere la
maledizione: Manuel Neuer concorreva come underdog
tra due mostri sacri del calcio moderno, trattasi di Leo Messi (4 palloni d’Oro
di fila) e Cristiano Ronaldo (ultimo vincitore, nonché bi-campéon). Che credenziali aveva Neuer per poter star lì, dove
osano gli dèi? Beh, un mondiale vinto da assoluto protagonista, una semifinale
di Champions, un campionato vinto a marzo e il merito più grande: quello di
aver rivoluzionato il modo di intendere ed interpretare il ruolo più delicato
del calcio. Checché ne dicano fior di esperti, un portiere come Neuer non lo
abbiamo mai visto: è al tempo stesso regista, libero aggiunto e… Portiere!
Capace di uscire con un tempismo inverosimile a 30-35 metri dalla porta e
gestire il pallone con grande sicurezza, è l’uomo in più della squadra di Pep
Guardiola che può permettersi di giocare con la difesa sulla linea di
centrocampo e con un unico difensore di ruolo in squadra (Jerome Boateng),
tanto poi c’è Manuel. Non è bastato tutto ciò a portare il portierone cresciuto
tra i ‘minatori’, nella curva dello Schalke 04, nell’olimpo al fianco
dell’irraggiungibile Yashin. E se il gigante russo maledetto i suoi successori
ed il suo ruolo, proprio come Béla Guttmann? France Football crede di averlo
ucciso, ma ancora non sa che, Lev Yashin, proprio come Rasputin, non muore mai.
˂˂ Chi sa solo di calcio, non sa nulla di calcio. ˃˃ cit.
José Mourinho
Per voi e per informazione Gialla, Stefano Uccheddu
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