Da Yusuf a Shekau, in Nigeria non uccide solo la fame
Non è forse noto a tutti che l'estremismo jihadista e la violenza portata da esso, non sia un fenomeno degli ultimi mesi riguardante solo il Medio Oriente. In paesi come Siria, Palestina, Iraq, Arabia Saudita, Afghanistan, Yemen, Giordania e Cisgiordania, movimenti jihadisti erano ben presenti e ben fondati già prima che nascesse il Califfato Islamico, noto a tutti con l'acronimo ISIS (Islamic State of Iraq and Siria). Ma non solo ad est del Mediterraneo si trovano nuclei fondamentalisti, già dal 2001, infatti, una cellula cresciuta all'inverosimile, prendeva vita nel nord della Nigeria sotto la guida spirituale e politica di Ustaz Mohammed Yusuf.
Di cosa stiamo parlando - Il discusso attentato dell'11 settembre ha cambiato tutto. Di chi sia la colpa è un elemento secondario in questa mia analisi, dal momento che sulla scacchiera mondiale vengono a formarsi due giocatori ben definiti (o almeno questo ci è dato sapere), l'Occidente da una parte del tavolo e i fondamentalisti islamici dall'altra. Alla fine del 2001, la Nigeria registra una soglia di povertà molto elevata. Certo, il capitalismo introdotto dagli Stati Uniti e dai vecchi coloni europei inizia ad alzare la qualità della vita, ma, purtroppo, questo discorso vale solamente per alcune fasce della popolazione. Il ceto nigeriano più povero è sempre più povero e, si sa, la povertà e la disperazione sono ottimi fertilizzanti per la violenza e l'estremismo. Su questo palcoscenico si mette in luce la figura di Ustaz Mohammed Yusuf, un uomo deciso a instaurare la "Sharìa" nel paese, partendo dalla città Maiduguri, situata a nord-est del paese. Yusuf, coadiuvato dall'ex governatore della Nigeria, Ali Modu Sheriff, fonda e apre una scuola ed una moschea, dove si propone di educare la popolazione più povera attraverso la lettura del Corano e l'insegnamento della lingua araba. Le fasce più povere della popolazione nigeriana, stanche e stremate dalla corruzione dei politici, dalla disoccupazione e dalla fame, vedono nella figura di Yusuf una via di salvezza dalla vita misera che conducono. Così, nel giro di pochi anni, in molti aderiscono alla sua causa.
La svolta della situazione - Autorità nigeriane e internazionali hanno altro a cui pensare e non prendono in considerazione la crescente popolarità dell'organizzazione fondamentalista capeggiata da Yusuf che, intanto, ha preso il nome di 'Boku Haram', che letteralmente significa 'l'educazione occidentale è peccato'. In sordina e cammuffata da semplice movimento populista, il gruppo fondamentalista Boku Haram continua a crescere, raccogliendo e addestrando sempre più discepoli tra le sue fila. Nei seguenti 8 anni, Boku Haram acquisisce un'organizzazione gerarchica e provvede a migliorare ogni aspetto della propria linea di pensiero, grazie al sostegno economico mensile fornito da Ibrahim Shekau, governatore di Kano, e Isa Yuguda, governatore di Bauchi, i quali vedono nella formazione di questa organizzazione imponenti margini di profitto. Inevitabilmente si arriva a luglio del 2009, mese in cui scoppiano le violenze tra guerriglieri di Boku Haram e l'esercito regolare nigeriano. Sono mesi di grande tensione per la Nigeria, ma lo sguardo del mondo - e in particolare dell'Occidente - è rivolto a ciò che sta accadendo lontano, in Medio Oriente.
La miccia è oramai accesa - Verso la fine del 2009, Yusuf viene fatto prigioniero assieme ad altri jihadisti. Morirà pochi giorni dopo in circostanze ancora da chiarire. Il rapporto ufficiale parla di una tentata evasione finita nel sangue. Dopo la morte di Yusuf, a prendere il potere è Abubakar Shekau, fiero e devoto compagno d'armi e di propaganda del defunto leader, con un'inclinazione naturale alla violenza e alla guerriglia. Da quel luglio 2009, gli attentati rivendicati da Boko Haram crescono a dismisura e lo stato di allerta nelle principali città nigeriane è sempiterno.
Arrivando ai giorni nostri - Dai disordini del 2009, incomincia una scia di sangue che sconvolge le province del nord-est della Nigeria e la capitale politica Abuja, in cui nel 2010 e nel 2011 avvengono diversi attentati di matrice jihadista, rivendicati da Boko Haram. Nel 2012, diversi attentati e scontri con l'esercito regolare nigeriano colpiscono anche gli stati di Kano e nelle città di Damaturu e Kaduna. Si registrano, inoltre, numerosissimi attendati ai danni dei cristiani presenti nelle zone controllate da Boko Haram, la cui sorte cade, nella maggior parte dei casi, nell'eccidio. La situazione inizia a farsi drammatica. Negli ultimi mesi, le truppe di Boko Haram avanzano verso il Ciad, a nord della Nigeria e, negli ultimi giorni, fanno strage nei villaggi posti sulle rive del lago Ciad, ultimi baluardi dell'esercito nigeriano a nord del paese.
I rapimenti - Innumerevoli le funeste notizie di ostaggi presi dal gruppo jihadista di Boko Haram. Tutti ricorderanno della vicenda delle 200 ragazze sequestrate negli ultimi mesi mentre si trovavano a scuola. Inoltre, pochi giorni fa, i fondamentalisti hanno rapito altri 40 ragazzi nei territori a nord della Nigeria. Il motivo? La rieducazione totale degli ostaggi verso l'Islam e le parole del Corano, naturalmente riadattate in forma di violenza. Infatti, molti giovani componenti delle truppe di Boko Haram sono poco più che bambini a cui è stato messo un fucile in mano e inculcato nel cervello che l'unica forma di protesta per i soprusi subiti da un apparato statale corrotto e inesistente, sia la violenza.
Ma perché? - La nascita e l'espansione di Boko Haram non è una causa, ma dev'essere considerata come una conseguenza dell'altissima soglia di povertà e del menefreghismo dell'Occidente. Infatti, la Nigeria negli ultimi anni ha superato il Sudafrica per ricchezza statale (quasi 530 miliardi rispetto ai 350 sudafricani). Questa ricchezza deriva, naturalmente, dai preziosi giacimenti di petrolio e minerali preziosi di cui la Nigeria e colma. La colpa dell'Occidente è quella di non aver saputo prevenire questa insurrezione di violenza dovuta al malessere generale della fetta più ampia della popolazione, infatti, il 70% degli abitanti del nord della Nigeria vivono sotto alla soglia di povertà africana (dunque una media estremamente bassa), mentre ne sud - ovest del paese, dove si trovano la maggior parte delle risorse, la povertà tocca appena il 17%. L'Occidente aveva ed ha la forte responsabilità di aver chiuso un occhio, forse volontariamente, di fronte alla gravissima situazione economico-sociale del nord della Nigeria, trascurando le forti influenze jihadiste provenienti dall'Algeria.
I rapimenti - Innumerevoli le funeste notizie di ostaggi presi dal gruppo jihadista di Boko Haram. Tutti ricorderanno della vicenda delle 200 ragazze sequestrate negli ultimi mesi mentre si trovavano a scuola. Inoltre, pochi giorni fa, i fondamentalisti hanno rapito altri 40 ragazzi nei territori a nord della Nigeria. Il motivo? La rieducazione totale degli ostaggi verso l'Islam e le parole del Corano, naturalmente riadattate in forma di violenza. Infatti, molti giovani componenti delle truppe di Boko Haram sono poco più che bambini a cui è stato messo un fucile in mano e inculcato nel cervello che l'unica forma di protesta per i soprusi subiti da un apparato statale corrotto e inesistente, sia la violenza.
Ma perché? - La nascita e l'espansione di Boko Haram non è una causa, ma dev'essere considerata come una conseguenza dell'altissima soglia di povertà e del menefreghismo dell'Occidente. Infatti, la Nigeria negli ultimi anni ha superato il Sudafrica per ricchezza statale (quasi 530 miliardi rispetto ai 350 sudafricani). Questa ricchezza deriva, naturalmente, dai preziosi giacimenti di petrolio e minerali preziosi di cui la Nigeria e colma. La colpa dell'Occidente è quella di non aver saputo prevenire questa insurrezione di violenza dovuta al malessere generale della fetta più ampia della popolazione, infatti, il 70% degli abitanti del nord della Nigeria vivono sotto alla soglia di povertà africana (dunque una media estremamente bassa), mentre ne sud - ovest del paese, dove si trovano la maggior parte delle risorse, la povertà tocca appena il 17%. L'Occidente aveva ed ha la forte responsabilità di aver chiuso un occhio, forse volontariamente, di fronte alla gravissima situazione economico-sociale del nord della Nigeria, trascurando le forti influenze jihadiste provenienti dall'Algeria.
Per voi, Gianluca 'Miguel' Minuto
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