lunedì 12 gennaio 2015

Pane, Pino e… Selfie!


Racconto di una strana domenica di calcio



Tanti, tantissimi goal, emozioni e risultati in bilico fino all’ultimo secondo: che giornata in serie A! Roma-Lazio e Napoli-Juventus non tradiscono le aspettative: sul tratto finale dell’autostrada del Sole, brilla il bel calcio.

 Selfie e autovelox: Totti vs Felipe Anderson

Quante volte in questi mesi avete sentito la parole “selfie”? Centinaia, migliaia credo. Tra il format dello youtuber Federico Clapis e il gergo delle adolescenti di tutta Italia, si inserisce Francesco Totti. Immenso il capitano della Roma che trascina la sua squadra nel secondo tempo con una doppietta da capogiro. Primo marcatore in assoluto della storia dei derby di Roma con 11 reti, il Pupone regala un punto insperato ai suoi, con due perle durante la seconda frazione di gioco, ma la partita per i giallorossi non inizia esattamente bene. Un primo tempo sottotono, contro una Lazio compatta e cinica, padrona delle fasce, soprattutto con quel demonio di Felipe Anderson. Primo tempo sontuoso dell’ex Santos che, dopo aver seminato il panico sulla sinistra, regala dapprima un assist al bacio per Mauri, per poi scoccare un rasoterra velenosissimo che sancisce lo 0-2. È gelo in curva sud, ma poi ci pensa Francesco Totti. Nel secondo tempo, Rudi Garcia cambia modulo e passa al 4-2-3-1, con Pjanic tra le linee e due cambi decisivi: entrano Ljajic, ma soprattutto Kevin Strootman, padrone assoluto del centrocampo e sale in cattedra Francesco Totti. Se il primo goal è da attaccante vero, il secondo è un pezzo di classe pura: vola e rimane in sospensione sul cross di Holebas, andando a colpire il pallone in mezza rovesciata e poi? Beh, selfie! D’altronde siamo nell’era del digitale e dei social network e il ‘Pupone’ ci regala un piccolo mattoncino di storia. 


Pogba entra al Louvre e non ne esce più: Juventus corsara a Napoli

“Napul’è mille culure”: con un omaggio al grande Pino Daniele si apre la super-sfida della domenica sera. Lo stadio San Paolo canta e si esibisce in una grande performance, un po’ meno la squadra di Benitez, che risulta intimorita dal palleggio dei campioni d’Italia. Primi 20’ di partita non esaltanti, vittima di una densità eclatante a centrocampo: le due squadre non si risparmiano ed ingaggiano una lotta senza quartiere. Spesso, sono i giocatori bianconeri ad uscire, da questo agglomerato di maglie, palla al piede che riescono ad imporre la propria maggior qualità tecnica. Poi arriva il goal di Pogba e l’Europa si inchina nuovamente ai piedi di questo splendido ragazzo: Llorente difende palla in area per Tevez, che però calcia addosso all’attaccante di Pamplona, palla che si impenna e Pogba, defilato sul lato sinistro dell’are di rigore, scocca un destro al volo da incorniciare. Un po’ Zidane, un po’ Vieira, un po’ Pogba: il francesino decide di entrare di diritto al Louvre e la Juve se lo coccola. La prima frazione si chiude così, con uno 0-1 che proietta la Juve virtualmente in testa da sola, a +3 sulla Roma. Ad inizio secondo tempo è ‘il pescatore’, Miguel Angel Britos a riaprire il match: su angolo di un vivacissimo Mertens, il difensore uruguayano segna con il piatto sinistro ed esulta imitando le movenze di un pescatore. Il pescatore azzurro che, però, non aveva “un solco lungo il viso” come cantava Fabrizio De Andrè, riapre la gara e rianima il San Paolo, ma dura poco il vantaggio dei padroni di casa. Su calcio di punizione dalla trequarti, battuto dal solito Andrea Pirlo, la insacca Martìn Caceres, autore di una splendida gara da terzino destro. È 1-2, ma le emozioni non finiscono qui. A pochi minuti dal 90’, Higuain, inesistente per tutta la durata del match, va vicinissimo al goal con una giocata strepitosa nell’area bianconera, ma è ancor più bravo Chiellini a dirgli di ‘no’ mandando in angolo. Sugli sviluppi dell’angolo, la Juve imbastisce un contropiede perfetto: Tevez-Morata-Vidal ed è manuale del calcio. Il cileno la chiude con un perfetto diagonale mancino e la Juventus di Allegri infrange la maledizione del San Paolo dopo 15 anni.

Perché il calcio è fantasia, fisica e metafisica: è arte, ma ancora nessuno lo sa.”

Ha scritto per voi e per Informazione Gialla, Stefano Uccheddu

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