sabato 6 giugno 2015

SPECIALE BERLINO - Juve, quanto sei pronta a far la storia?

19 anni dopo, come Harry Potter, Massimiliano Allegri proverà a replicare l'impresa di Marcello Lippi riportando la Juventus in finale di Champions League. Quella dei bianconeri è una cavalcata che ha quattro tappe salienti che andremo ad analizzare:

Simeone alza il muro: decide il pirata turco.


Sì, partiamo dalla prima, e finora unica, sconfitta della Juventus in questa Champions League. Si gioca in casa dei Colchoneros, cosa mai facile per nessuno, ancor meno per una Juventus ancora prigioniera del vecchio modulo che per tanto l'ha imprigionata: il 3-5-2 di stampo contiano risulta ancora inefficace in Europa. 75' di sangue, noia (diciamolo, non proprio una bella partita) e sudore fino al goal di Arda Turan, il braccio armato del Cholo. Allegri passa a 4 dietro, ma è troppo tardi: Simeone erige le mura e di lì, sappiamo bene, non passa nessuno. La Juve guarda l'Europa: più sogno che speranza, più dogma che realtà.

Nel diluvio un tuono: filosofo? Spartano? No, Paul Pogba. 


A Torino arrivano i campioni di Grecia: l'Olympiakos si gioca la qualificazione allo Juventus Stadium. Per la prima volta nella sua gestione, mister Allegri decide di lanciare un inedito 4-3-1-2, schierando il poker d'assi a centrocampo. La Juve gioca molto bene, ma concretizza poco tanto che, all'inizio del secondo tempo si trova a rincorrere sotto 1-2. Pareggio fortunoso di Fernando Llorente e poi assolo di Pogba: il francese, prima si vede rimpallato l'assist, poi, sotto il diluvio di Torino, scaglia una sassata dai 16 metri. È 3-2, la Juve non tornerà più indietro, sarà sempre più difesa a 4, sempre meno difesa a 3, tranne…

Il cancelliere di Fuerte Apache: Carlitos Tevez addomestica il Muro Giallo


È la partita che forse più di tutte dimostra quanto la Juve sia pronta per sedersi al tavolo con le grandi. La Juventus si presenta a Dortmund consapevole che il 2-1 dell'andata non possa essere l'alloro su cui adagiarsi. Pronti, via: è Carlitos Tevez con una sassata, da fermo, dai 25 metri a regolare immediatamente Weidenfeller. La Juve si abbassa e attende la squadra di Klopp, ma sfortunatamente si stira Paul Pogba. Brutta, bruttissima tegola. Nell'ansia generale Allegri pesca il jolly: Andrea Barzagli, rientrante da un lungo infortunio, entra e la Juve torna a suonare il vecchio spartito rimettendosi a 3 dietro. Non solo non passa più nessuno, ma la Juve si dimostra letale in contropiede: Morata, su assist di Tevez, e ancora un Carlos Tevez semplicemente straripante. La Juve vince anche con il 3-5-2, la squadra è matura, non è più questione di moduli, si vince con qualità e spirito di gruppo: ora è l'Europa a guardare la Juventus.

Moratazo: Juve galattica a Madrid.


È una Juve matura quella che si presenta al Bernabeu con la coscienza di dover fare il risultato. Un errore di Chiellini (e un arbitraggio benevolo) regala il vantaggio al Real su calcio di rigore del solito Cristiano Ronaldo, ma poi la Juve è solida e reagisce a metà del secondo tempo: segna Morata e a Madrid è Moratazo, è proprio il figlio prediletto della Madre Casa Blanca a punire Carletto Ancelotti ed i suoi. 

...

La Juve vola in finale non rendendosi conto di ciò che ha fatto, del sogno che ha costruito mattone su mattone. La Vecchia Signora passeggia sotto la porta di Brandeburgo e vive il sogno accantonando il Super Io, lasciando dominare l'Es, pulsando d'Io

Stefano Uccheddu



Il favorito è il Barcellona. Messi-Suarez-Neymar sono inarrivabili per qualunque squadra in Europa. In più, i blaugrana hanno trovato la quadratura che gli mancava a inizio stagione. Nonostante ciò la Juve non parte assolutamente sconfitta. Ma non basterà essere perfetti, bisognerà raggiungere più della perfezione e avere anche fortuna. Spesso le finali si decidono per episodi, la Juve deve fare in modo che gli siano favorevoli. In difesa qualsiasi smagliatura verrà punita: non bisogna commettere errori. Non pesa l'assenza di Chiellini: nella difesa a 4, Barzagli è più solido e preciso. E in attacco bisogna essere letali, ma Tevez e Morata sanno fare il loro lavoro ottimamente. Non ci si può aspettare che la partita si giochi alla pari. La Juve dovrà, giustamente, aspettare e ripartire. L'importante, anche se si va sotto, è continuare a crederci. I bianconeri hanno la forza per vincere. Possono essere più che perfetti. E allora non ci sarà Messi che tenga...sarà Triplete.


Alfredo Montalto



Questa sera non conterà la fortuna, la scaramanzia o la tattica. Meglio, conteranno fino ad un certo punto, fino ad un certo minuto, fino a quando la scintilla del fuoriclasse deciderà di divampare o di spegnersi. Onere e l'onore di trascinare la squadra blaugrana alla coppa è affidata a Messi, la scalata di un Everest alto solo 170 centimetri è compito di Allegri e della sua squadra. Buona Finale a tutti


Gianluca 'Miguel' Minuto

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