Dalla sacrestia al Trash, pensate davvero di conoscere Andrea Diprè?
D'accordo, tutti noi - volenti o nolenti - conosciamo Andrea Diprè, conosciamo i suoi neologismi (catafratta, sibaritico) e conosciamo gli ospiti dei suoi video. Ma siamo davvero sicuri di conoscere la mentalità e il pensiero che stanno dietro al sorrisetto allucinato con cui si aprono e si chiudono i suoi video? Io credo di no. In questo articolo conoscerete un uomo che, sentitosi oppresso dalla cultura cattolica che ha segnato la sua adolescenza, ha abbracciato in toto l'edonismo decantato degli anni '70 e '80. Oggi leggerete chi davvero è Andrea Dipré.
Andiamo con ordine e partiamo dall'inizio
Un'infanzia cattolica - Andrea Diprè nasce a Thione di Trento (Trentino Alto Adige) e trascorre tutta l'infanzia e buona parte dell'adolescenza in un vicino paesino di 300 anime appena. Fin dai primi anni di vita la religione cattolica diventa una costante della sua quotidianità e proprio questa vicinanza darà vita al 'Dipreismo' che tutti oggi conosciamo. Finito il liceo, intraprende gli studi di giurisprudenza laureandosi, infine, avvocato.
Il Debutto - La vita pubblica di Dipré inizia con la candidatura al partito cattolico La Margherita seguente la nomina a capo di gabinetto nell’assessorato alla cultura. Incarichi politici che durano molto poco vista la propensione del suddetto alla televisione. Il mediatico Diprè passa da una trasmissione culturale su Telepace (canale di marcato stampo clericale) ad una trasmissione su una Tv Locale in cui si presentava affiancato da una donna nuda, evento questo che nel cattolicissimo Trentino non era certamente apprezzato. Da qui l'avvicinamento alla Lega Nord. Inizia così a condurre il programma 'Giovani Padani' per conto del Carroccio, ma anche questa avventura termina e Diprè si butta (probabilmente di pancia) nel mondo dell'arte.
Un mondo sibaritico - Dal 2001 al 2012, Diprè incontra tantissimi artisti, la maggior parte pittori, consacrandosi così come mostro sacro di tutti coloro che ricercassero un punto di partenza per mettere in mostra la propria arte. "Tutti i pittori che ho fatto vedere nel passato erano dei miserabili che non avrei neanche avvicinato ad un km di distanza" - spiega Diprè in un'intervista (http://www.writeandrollsociety.com/). A lui interessavano - e interessano tuttora - i soldi che questi sconosciuti personaggi gli sborsavano per avere un briciolo di attenzione mediatica. Insomma, Andrea Dipré forniva loro un'opportunità senza speranze per accrescere e ridicolizzare pubblicamente il loro ego in un'inconscia approvazione da parte dei pittori stessi. Tra queste video presentazioni spunta anche la allora sconosciutissima, ma famosissima al giorno d'oggi, intervista ad un grottesco Osvaldo Paniccia
La svolta - Ma il vero e proprio punto di svolta fu l'incontro con l'abominevole Giuseppe Simone, un nullafacente pugliese carico di testosterone, che a detta di Diprè stesso, lo chiamò per caso dopo che una ragazza gli aveva lasciato il numero sbagliato per levarselo di torno. Da quel momento Andrea capì la vocazione della sua vita: "La visione dipreista dice di godere il più possibile su questa terra e basta". Seguirono gli incontri con Bello Figo Gu e Rosario Muniz celebrati da milioni di visualizzazioni sul web. Diprè era risorto dalle ceneri di una religione cattolica mai interiorizzata per diventare l'incontrastato imperatore del Trash italiano.
Il capitolo Sara Tommasi e l'involontaria campagna anti-droga - Ormai affermato sul panorama virtuale italiano, Andrea Diprè, come gran parte dei mammiferi abitanti il pianeta Terra, sentì il bisogno di trovare una compagna con cui dividere l'esistenza. Chi se non la ormai sbandata Sara Tommasi poteva cadere nella ragnatela dell'avvocato? Dall'incontro tra i due nacque - oltre ad un'elevata dipendenza da droghe pesanti - un'amore platonico e carnale al tempo stesso. I numerosissimi video della coppia, pubblicati ormai quasi quotidianamente, sono oggetto fondante di un'inconsapevole campagna contro la droga dal momento che se ne possono appurare tutti i lati peggiori quali la perdita totale della capacità di intendere e volere, caratteristica ormai prima per la Tommasi.
In conclusione - L'esistenza mediatica di un personaggio come Andrea Diprè è sicuramente un pugno nello stomaco all'etica e ai valori fondanti di una società contemporanea. Ma d'altro canto è innegabile che questo fatto rappresenti in maniera fin troppo definita il nichilismo su cui questa stessa società in cui viviamo si basa. Andrea Diprè è conscio - o almeno lo era fin quando dal naso ci entrava solo l'aria - di ciò che rappresenta, Diprè conosce in prima persona lo sbandamento che il rovesciamento di molti dogmi fondanti ha portato in Italia e nel mondo intero. Per lui la realtà ha senso solo nell'attimo del godimento carnale, l'orgasmo intellettuale lo lascia a chi, secondo lui, non ha capito niente dell'esistenza. Vorrei concludere questo articolo con una frase da lui pronunciata che, a parer mio, riassume esattamente lo spessore sociale di quest'uomo: "Il mio artista preferito? Warhol, l’unico che adoro, il primo a capire che tutto può diventare arte. Un parassita geniale".
Gianluca Minuto
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