Il mercato nero degli organi
È ormai noto a tutti la riprovevole pratica, mossa da alcuni individui senza scrupoli, di alimentare e tenere attivo il mercato nero di organi umani. Ecco, adesso provate a pensare, provate solo ad immedesimarvi in una vittima di tale traffico. Venire venduti come pezzi di ricambio per esseri umani considerati più importanti, il cui diritto alla vita viene comprato a scapito della vostra. Ci sono diversi motivi dietro l'incremento di quest'attività illegale, ma soprattutto immorale. Quello più significativo è il notevole miglioramento dei farmaci anti-rigetto, la cui maggiore efficacia permette trapianti più semplicemente trattabili. Un altro motivo è la povertà di una grande fetta della popolazione mondiale che, vista la propria situazione economico-sociale è costretta a vendere parti importantissime del proprio corpo (sì, avete letto bene, non solo organi ma anche parti anatomiche essenziali per l'autosufficienza) per far fronte alla necessità di sopravvivere. Nel caso ancora peggiore, queste persone - queste decine, centinaia di migliaia di persone - decidono di mercificare il corpo dei propri figli, figli che non avrebbero potuto mantenere.
Secondo i dati del 2007 raccolti dall'OMS, circa il 5% degli organi costituenti la somma di tutti i trapianti eseguiti nel mondo proverrebbero dal mercato nero. Una stima agghiacciante se si pensa che nel mondo, ogni anno, vengono eseguiti circa 21'000 trapianti di fegati, 66'000 trapianti di rene e 6'000 trapianti di cuore.
Come noto, quando nel mondo dei ricchi e dei benestanti c'è carenza di offerta un prodotto ricercato, iniziano sistematicamente i soprusi nel mondo dei poveri. Come dimostrato, il "turismo dei trapianti d'organo" è vertiginosamente cresciuto in paesi quali Vietnam, Nigeria, Cina, India, Romania e Bangladesh. Il lucro costituito dal solo traffico di reni si aggira intorno al miliardo di dollari annuo (dato del 2007), ma, sicuramente, nel giro di 7 anni è notevolmente salito.
Le vittime preferite: i bambini - Come nel caso di ogni sopruso, la vittima più indicata è quella più debole (poveri, anziani ecc..), ma quando si parla di trafficking d'organi l'acquirente è decisamente più sensibile per quanto concerne l'acquisto del prodotto. Il "consumatore", infatti, ricerca organi sani che hanno la minor possibilità di esser stati contaminati da ambiente, fattori esogeni nocivi e tempo: gli organi dei bambini. Gli ultimi dati in merito alla questione sono sconfortanti: solo nel 2013 sono stati accertati 371 casi di bambini sfruttati per alimentare il mercato mondiale del traffico di organi. Tra questi 371 la maggior parte proviene - come già scritto in precedenza - da Vietnam (95 bambini), Nigeria (67 bambini) e Cina (25 bambini) e molti altri provenienti da paesi quali India, Romania e Bangladesh. Il lettore, a questo punto, potrebbe pensare (senza farsene una colpa) che comunque 371 casi, apportati alla popolazione mondiale, non sono poi così tanti. Sì, peccato che 371 siano i casi accertati, ossia casi in cui si è riuscito ad identificare vittima, medium e acquirente. Purtroppo le cifre non sono poi così basse, dal momento che, nel 2013, stesso anno dei 371 casi accertati, sono stati venduti/acquistati circa 5'000 reni provenienti da bambini, dunque 4'629 piccole vittime in più a cui sono stati esportati solo i reni. Sono dati terrificanti se si pensa che il fegato è il secondo organo più trapiantato ed ha cifre molto vicine a quelle del trapianto di rene.
In Cina - Pratica spesso molto utilizzata in Cina è quella del trapianto degli organi successivo all'esecuzione dei condannati a morte. Ai giustiziati, infatti, vengono esportati gli organi immediatamente dopo la morte, in modo da preservarne lo stato e diminuire la corruzione esterna dell'organo. Questa pratica rimane molto discussa dal momento che la pena capitale è molto contestata da tutta l'Europa e gran parte del resto del mondo, inoltre molti dei prigionieri e dei condannati sono prigionieri politici, quindi non doventi ricevere condanna a morte.
I consumatori - Tra i molti, moltissimi, lati negativi (morale, etica) di acquistare un organo dal mercato nero non conoscendone la provenienza, c'è anche quello igienico: le operazioni di trapianto, infatti, vengono effettuate in condizioni igieniche precarie e il rischio di contrarre patologie quali HIV ed epatite, date anche dalla cattiva conservazione degli organi o già presenti negli organi stessi.
Per voi, il vostro Blogger
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