Un articolo di Alfredo Montalto
Esattamente un anno fa, era questa la magia del gioiellino Gotze che faceva esplodere una nazione intera e piangere un’altra. Un anno dopo, cosa è cambiato?
L’Argentina piange ancora. Un’altra finale persa, questa volta di Coppa America. E gli avversari non erano gli imbattibili tedeschi, ma un orgoglioso Cile. Nonostante il loro cuore, Vidal e compagni non sono paragonabili a livello tecnico e fisico all’Albiceleste. Tuttavia, anche questa volta, l’Argentina esce sconfitta. Non può essere un caso. A questa squadra manca un leader, che si sappia assumere le responsabilità di una nazione intera nei momenti decisivi. Sì manca proprio lui, Lionel Messi. Con il Barcellona spesso e volentieri comanda la nave e la conduce al porto, nonostante onde fragorose: pensate alle varie finali di Champions da lui decise o ai vari gol nel Clasico. Eppure la pressione, che quando gioca coi blaugrana sembra non subire mai, con l’Argentina pare divorarlo. Inoltre, nessun altro fenomeno (e ce ne sono tanti) si carica la squadra sulle spalle. Non lo fa Aguero, non lo fa Di Maria, non viene permesso di farlo a Tevez, non lo fa sicuramente Higuain. L’impressione è che questa favolosa Argentina, rimarrà una squadra incompiuta, come rimarrà incompiuto il suo uomo più rappresentativo. Quel Lionel Messi, che con la maglietta blaugrana sfonda tutti i record , ma che con la maglietta albiceleste non sa aprire neanche le scatolette di tonno.
E la Germania? Continua a gioire. La nazione tedesca sta vivendo uno dei migliori periodi della sua storia, calcisticamente parlando e non. A livello di club, l’annata non è stata perfetta, ma la Bundesliga sta incentivando sempre di più la sua reputazione di campionato top e ciò va a favore di tutto il movimento. Per quanto riguarda la nazionale, quest’anno una sola sconfitta, pesante, in Polonia. Un tonfo che però non toglie nulla alla squadra più forte del mondo, che partirà come super favorita agli Europei del 2016. Inoltre, la vittoria nel Mondiale ha evidenziato la perfezione del modello calcistico tedesco. Ampia programmazione, stadi di proprietà, politica dei giovani. Un unico dubbio: perché l’Inghilterra, che questo modello lo applica da parecchi anni, non va mai oltre i quarti di finale di una Coppa del Mondo? In ogni caso, la finale del Maracanà sembra aver determinato la fine dell’era spagnola e l’inizio di un’era tedesca nel calcio. Quanto durerà e come si evolverà, solo il futuro potrà dircelo.
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